Nel segno di Fatima e del Beato Wojtyla, la chiusura dell’Assemblea generale dei vescovi
brasiliani
Si chiude oggi ad Aparecida la 49.ma Assemblea generale dei vescovi brasiliani. Durante
i lavori, è stato nominato nuovo presidente dell’episcopato brasiliano il cardinale
Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida. Intervistato dal nostro inviato
Silvonei Protz, il porporato si sofferma sull’odierna festività della Madonna
di Fatima e sul legame tra Benedetto XVI, il Beato Wojtyla e la Chiesa del Brasile:
R. – Il primo
sentimento è un sentimento di ringraziamento a Dio per i lavori che abbiamo fatto
in questi dieci giorni: un momento importante della manifestazione della collegialità
episcopale.
D. – Il 13 maggio 2007, Benedetto XVI è stato qui al Santuario
di Aparecida…
R. – Per noi è stata una grazia e una gioia molto grande
avere qui, tra di noi, nel Santuario della Madonna di Aparecida, patrona del Brasile,
il Santo Padre, per inaugurare la V Conferenza generale dei vescovi dell’America Latina
e dei Caraibi. Noi ricordiamo questo fatto, per noi meraviglioso, della presenza del
Santo Padre, e ricordiamo anche Giovanni Paolo II, che esattamente in questo giorno
è stato salvato dall’attentato contro la sua vita, il 13 maggio 1981. E’ allora un
giorno molto importante per noi, un giorno che ricorda l’apparizione della Madonna
di Fatima ai tre pastorelli, ed è un messaggio importante per tutta la Chiesa e per
tutto il mondo: la Madonna ha chiesto di fare penitenza per la conversione dei peccatori
ed anche per la pace nel mondo. Il messaggio di Fatima è molto attuale e Benedetto
XVI ha detto che l’apparizione di Fatima è stata la più profetica delle apparizioni.
All’assemblea dei presuli brasiliani ha preso parte anche il cardinale
Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi e presidente della Pontificia
Commissione per l'America Latina. Al microfono di Silvonei Protz, il porporato
canadese parla dell’importanza dell’evento di Aparecida:
R. – E’ stata
un’esperienza molto intensa di riflessione, di accoglienza della Parola di Dio. Quindi,
ho insistito sul ministero profetico del vescovo fino alla realtà sacramentale della
Santa Eucaristia. Ho anche sottolineato che la figura del Papa Giovanni Paolo II,
adesso Beato, è stata provvidenziale, non solo per la Chiesa, ma anche per il mondo,
per la sua presenza in tante realtà e le sue lotte per la giustizia, per la pace,
per la vita, per l’unità dei cristiani. Quindi, qui abbiamo celebrato il ringraziamento
della Chiesa per la Beatificazione. (ap)