Don Martino Michelone proclamato “Giusto tra le Nazioni”
Gli orrori della seconda guerra mondiale e la barbarie che si scatenò contro il popolo
ebraico fu riscattata dalle azioni di tanti eroi sconosciuti i quali con le loro opere
di bene salvarono l’umanità. E’ questo il caso di don Martino Michelone, parroco di
Morasengo (Asti), un piccolo paese del Monferrato, il quale rischiò la vita pur di
salvare una famiglia di ebrei perseguitati dai nazisti. Come riferisce l’agenzia Zenit,
domenica scorsa l’ambasciatore d’Israele Ghideon Meir, i rappresentanti della Regione
e della Provincia, don Luigi Ciotti, presidente dell'associazione Libera, la vicepresidente
dell’Ucei, Claudia De Benedetti e i sindaci di molti comuni monferrini tra cui Morano,
città natale di don Michelone, hanno celebrato il riconoscimento di “Giusto tra le
Nazioni” del parroco di Morasengo. L'ambasciatore d'Israele Ghideon Meir ha ricordato
gli scopi fondanti dello Yad Vashem, riportando la frase del Talmud che dice “chi
salva una vita salva il mondo intero”. Dopodichè ha consegnato nella mani del nipote
di don Martino Michelone, la medaglia e il diploma con cui il sacerdote viene riconosciuto
tra i giusti che contribuirono a salvare l'umanità. Nel corso delle celebrazioni
è stata scoperta una targa sulla facciata della chiesa che ricorda don Michelone e
una targa sul retro della chiesa che intitola la Piazza a don Martino. Nel corso delle
cerimonie per la commemorazione il giornalista Gad Lerner, che per primo ha diffuso
la storia di don Martino, ha detto: “Se siamo venuti qui oggi in tanti e da tanti
posti diversi è per dirvi grazie, grazie a voi e ai vostri padri, che sapevano che
don Michelone stava nascondendo una famiglia di ebrei eppure non hanno mai denunciato
nessuno. Grazie perché ci avete donato una persona splendida come Luciano Segre.
Oggi siamo chiamati a trasmettere questa memoria: il bene fatto nel 1943 diventa il
bene per altre persone”. (G.P.)