2011-05-12 14:58:22

Frontiere chiuse, la Danimarca sospende il Trattato di Schengen


La riforma del Trattato di Schengen è stata al centro del Consiglio straordinario dei ministri degli interni in corso oggi a Bruxelles. Tra i temi sul tavolo dei 27 l’emergenza immigrazione e la decisione improvvisa della Danimarca di reintrodurre i controlli doganali alla frontiera con la Germania e la Svezia. L’Italia, in linea con la Commissione europea, è contraria alle chiusure parziali di Schengen, sottolinea al termine dell’incontro il responsabile del Viminale Roberto Maroni che aggiunge: in Europa sono buone le intenzioni ma manca la concretezza. Il servizio di Laura Forzinetti. RealAudioMP3

Sulla necessità di modificare il sistema di Schengen, e sulle falle dell’area di libera circolazione europea, Stefano Leszczynski ha intervistato Monica Spatti, ricercatrice esperta di questioni europee all’Università Cattolica di Milano:RealAudioMP3

R. – In realtà, quando il sistema non ha funzionato è stato soprattutto perché gli Stati non hanno voluto farlo funzionare: si veda quello che è successo in Francia - che qualche mese fa ha sospeso gli accordi per un giorno - e quello che sta accadendo in Danimarca… Quindi, secondo me, il problema non è tanto nella normativa dell’Unione Europea, quanto nell’applicazione che gli Stati danno a queste norme.

D. – Si può parlare di una errata interpretazione da parte degli Stati dello strumento di Schengen? Insomma: sembra quasi che più che uno strumento di libera circolazione interna sia uno strumento utilizzato per difendersi da flussi migratori indesiderati …

R. – Più che una cattiva interpretazione, io ci trovo la malafede. Ad esempio, la Danimarca ha deciso adesso di ripristinare i controlli alle frontiere. Lo fa sapendo di violare una normativa dell’Unione Europea, perché le norme prevedono la possibilità per gli Stati di ripristinare temporaneamente i controlli alle frontiere, sia pure per motivi specifici.

D. – Tra i problemi che possono portare alla sospensione del Trattato, quello dell’immigrazione non è contemplato in maniera diretta …

R. – No, assolutamente. Gli Stati possono ripristinare i controlli alle frontiere per motivi di ordine pubblico e sicurezza. Ad esempio, dopo gli attentati a Londra nel 2005, per alcune settimane la Francia ha ripristinato i controlli alle frontiere perché al tempo c’era un allarme-terrorismo. L’Italia, ancora, in occasione del G8 di Genova nel 2001 e del G8 dell’Aquila, ha ripristinato per alcuni giorni i controlli alle frontiere per motivi di ordine pubblico.

D. – Questa situazione relativa al Trattato di Schengen, che è venuta a crearsi, quanto è legata in realtà all’assenza di una vera e propria politica estera dell’Unione Europea?

R. – Credo sia facile per tutti constatare come negli ultimi anni, negli ultimi mesi soprattutto, sembra che in Europa si sia tornati a un certo nazionalismo da parte dei singoli Stati. L’Unione Europea è vista quasi come qualcosa di negativo, come se fosse l’origine di tutti i mali. L’immigrazione è un problema che va gestito a livello di Unione Europea, perché i singoli Stati da soli non sono in grado di gestire il fenomeno.

D. – Il presidente della Commissione europea, Barroso, ha parlato di interpretazioni populistiche…

R. – Concordo appieno. Se la Danimarca persisterà sulla sua posizione, la Commissione proporrà probabilmente una procedura di infrazione nei suoi confronti, perché la sua posizione è una chiara violazione della normativa dell’Unione Europea. (gf)







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