Europarlamento: mons. Giordano e il presidente Buzek ricordano Papa Wojtyla
“L’orizzonte entro cui si è mosso Giovanni Paolo II è stato il mondo intero e il suo
sguardo si è fissato su tutta l’umanità, in quanto tutti siamo figli di uno stesso
Dio. Eppure egli, collocandosi storicamente nel suo tempo, ha riservato un’attenzione
particolare all’Europa”. Mons. Aldo Giordano, Osservatore permanente della Santa Sede
presso il Consiglio d’Europa, è intervenuto ieri sera nella sede del Parlamento Ue
a un incontro inteso a ricordare Karol Wojtyla, intitolato “Il Papa delle sfide globali”.
Il Pontefice - riferisce l'agenzia Sir - “ha dedicato oltre mille discorsi all’integrazione
europea, ha voluto due sinodi sull’Europa e ha sempre sostenuto il processo” di avvicinamento
tra popoli e Stati del vecchio continente. “Utilizzando la metafora dei due polmoni,
il Papa faceva riferimento all’Est e all’Ovest, per la cui riconciliazione e unità
si spese fin da quando” era vescovo in Polonia. Ma mons. Giordano ha ricordato anche
che Papa Wojtyla “era preoccupato per l’identità europea e rimase deluso per la mancata
menzione delle radici cristiane” nella Costituzione del 2004. “Egli respingeva l’idea
di Europa fortezza” e ancora oggi si ricorda “il suo contributo per il dialogo tra
le religioni e la pace”. Un’ultima sottolineatura di mons. Giordano: “Giovanni Paolo
II si è impegnato a fondo anche per rimettere Dio nello spazio pubblico e in questo
senso egli intendeva difendere la libertà religiosa”, “uno dei principi fondamentali
per la dignità umana”. “Per Giovanni Paolo II la dignità umana veniva al primo posto”:
lo ha ricordato Jerzy Buzek, presidente del Parlamento europeo, durante l’incontro
promosso nella sede dell’Eurocamera e organizzato dalla delegazione del Partito democratico
(che fa parte del gruppo dei Socialisti e democratici europei). All’incontro era presente
anche mons. Piotr Mazurkiewicz, segretario generale della Comece (Commissione degli
episcopati della Comunità europea). Buzek si è poi chiesto se Giovanni Paolo II fosse
“un buon politico”. “In lui era forte il senso del bene, il desiderio di fare il bene.
E se questa può essere chiamata politica, allora anche noi dovremmo seguire il suo
esempio”. Il presidente ha tenuto a specificare di non essere cattolico, ma protestante,
e ha affermato che grazie a Wojtyla “cristiani di varie confessioni e uomini di fedi
differenti si sono incamminati verso il rispetto e una maggiore unità”. Infine Buzek
ha sottolineato come il Pontefice “abbia contribuito a mettere in moto il processo
storico che ha portato alla caduta della Cortina di ferro e dunque alla ritrovata
unità europea”. Nel corso della serata, aperta dall’eurodeputato David Sassoli, hanno
preso la parola il rabbino Alberto Piattelli e il direttore del Centro culturale arabo
di Bruxelles, Ali Khedher, che, con accenti differenti, hanno affrontato ulteriori
aspetti della figura di Wojtyla, definito da Piattelli “propulsore tenace di ogni
forma di dialogo tra gli uomini e le religioni”. (R.P.)