Pakistan: il nuovo Ministero per l’Armonia e le Minoranze religiose nasce senza fondi
Il nuovo Ministero federale per l’Armonia interreligiosa e le Minoranze, annunciato
nei giorni scorsi dal governo pakistano, nasce “povero”, in quanto non ha uno stanziamento
di fondi da parte del governo. Fonti di Fides nel mondo politico pakistano denunciano
con disappunto che, senza un adeguato finanziamento, il Ministero rischia di avere
una funzione “puramente decorativa” e di non poter mettere in atto alcuna iniziativa
concreta per la promozione e la tutela delle minoranze religiose in Pakistan. Il dicastero
dispone soltanto dei fondi per mandare avanti la macchina amministrativa, ma non ha
fondi utili per le sue attività. Shahbaz Bhatti, prima della sua morte, aveva ottenuto
una promessa di finanziamenti dall’amministrazione Usa proprio per promuovere il dialogo
interreligioso in Pakistan, ma questo rimane, per ora, un impegno verbale, inoltre
sarebbe una fonte di cooperazione dall’estero e non quella, indispensabile, dall’interno.
Fra le minoranze cristiane in Pakstan circolano disappunto e sconcerto. Si comprende
molto meglio, nota una fonte di Fides, “il balletto politico scatenatosi intorno a
questo dicastero, dopo la morte di Shahbaz Bhatti”. Prima era stato fatto il nome
del senatore indù Khatu Mal Jeewan; in un secondo momento sembrava che Paul Bhatti,
già nominato Consigliere Speciale del Primo Ministro per gli Affari delle minoranze,
dovesse assumere in toto l’incarico che fu di suo fratello; in seguito, la nomina
di un Ministro musulmano, Riaz Hussain Pirzada, ha turbato la scena e generato lamentele
dalle minoranze religiose; infine la conferma dell’avvocato cattolico Akram Gill che,
con l’ausilio di Paul Bhatti, gestirà la struttura. Sembra che Pirzada abbia voluto
abbandonare l’incarico da un lato perchè malvisto dalle minoranze stesse, dall’altro
perchè “si era accorto che il Ministero di fatto non disponeva di risorse economiche”,
spiega la fonte di Fides. Secondo alcuni osservatori, è in corso una manovra politica
per depotenziare il Ministero delle minoranze dopo la morte di Shahbaz Bhatti: con
il compianto ministro, infatti, il Dicastero era divenuto piuttosto “scomodo” politicamente,
per le questioni sollevate all’interno del Paese (la blasfemia, le conversioni, la
libertà religiosa, etc) e soprattutto per gli appoggi e la vasta rete di relazioni
internazionali che aveva instaurato in tutto il mondo, in grado di influenzare l’azione
politica del governo pakistano. Proprio sulla questione dell’omicidio di Bhatti “aspettiamo
che venga fatta piena luce e si attendono ancora i risultati delle indagini. Non vorremo
che vi siano in corso tentativi di insabbiamento o di porre la questione nel dimenticatoio,
per lasciare impuniti i colpevoli” notano fonti locali di Fides. (R.P.)