“Sulle ali della libertà”: Papa Wojtyla e Solidarnosc in un libro-intervista con Lech
Walesa
“Sulle ali della libertà”: è il titolo di un libro-intervista con l’ex presidente
polacco, Lech Walesa, curato dallo storico della Cattolica di Milano, Pierluca Azzaro.
Nelle conversazioni con il leader di "Solidarnosc", emerge il ruolo straordinario
del Beato Karol Wojtyla che, con la sola forza della fede, diede il via ad una rivoluzione
epocale. Alessandro Gisotti ha chiesto al prof. Pierluca Azzaro di raccontare
innanzitutto le emozioni provate nell’intervistare un protagonista della storia come
Walesa:
R. – Lech
Walesa è una persona molto semplice. In questo si inserisce un tratto essenziale che
io ho colto parlando con lui: che la fede non è una teoria, come scrive lui stesso.
Al contrario, per lui e per altri come lui che hanno combattuto per la libertà, è
stata una cosa molto concreta, è stato il criterio che ha deciso del suo stile di
vita privato e pubblico. E’ stato quello che ha determinato tutte le sue decisioni
politiche; è stata la chiave per “non avere paura”, per osare l’impossibile: un sciopero
prima di 10, poi di 50 persone, poi di 10 milioni di operai credenti contro il regime
comunista.
D. – Si può dire che la più grande rivoluzione operaia, che
ha avuto poi ricadute di carattere storico davvero straordinario, sia stata una rivoluzione
nel nome della fede?
R. – Proprio così. Questo libro, in realtà, nelle
intenzioni di Walesa vuole essere anche una denuncia: una denuncia del fatto che ancora
oggi non si riflette abbastanza – o non si vuole riflettere abbastanza – sul un punto
veramente non casuale, e cioè che la lotta vittoriosa per la libertà e la dignità
dell’uomo scaturì da un Paese profondamente credente e fu suscitata da un Papa.
D.
– Il presidente Walesa ricorda che il primo atto degli scioperanti fu di appendere
al cancello del cantiere l’immagine della Madonna di Czestochowa e l’immagine di Papa
Wojtyla…
R. – Walesa ha definito Giovanni Paolo II “padre spirituale
di Solidarnosc”, ma sottolineando sempre che questo Papa non esortò mai gli operai
alla rivolta armata. Al contrario, li esortò sempre al dialogo non violento con le
autorità, ma non cedendo di un centimetro sul terreno della verità.
D.
– Qual è, secondo lei, il frutto che questa Beatificazione può dare da una parte alla
Polonia e dall’altro al mondo del lavoro, così presente nella vita e nell’azione di
Walesa?
R. – Walesa proveniva da una famiglia molto povera e forse proprio
per questo a tavola da loro c’era un posto sempre vuoto: un posto apparecchiato, sempre
vuoto. Nel caso che qualcuno avesse bussato alla porta di quella famiglia, ci sarebbe
stato sempre qualcosa di pronto per lui. Ecco: questo è il valore della solidarietà.
Bisogna ripartire dalla fede e dalla solidarietà per costruire un’autentica Europa.
Questo credo sia il grande lascito politico di Solidarnosc e anche quello che noi
possiamo chiedere dall’alto: ci ispiri Papa Giovanni Paolo II. (gf)