Padre Lombardi: la visita del Papa nel Nord-est, messaggio di speranza per il dialogo
tra fede e cultura
Non solo i fedeli, ma anche le istituzioni e il mondo della cultura hanno vissuto
con grande intensità la visita di Benedetto XVI nel Nord-est. Sulla risposta della
popolazione alla visita del Papa, Massimiliano Menichetti ha chiesto un commento
al direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi:
R. - La risposta
della popolazione, che del resto è una popolazione di grande tradizione cristiana,
cattolica e aperta ad una parola costruttiva da parte del Santo Padre, si è manifestata
in pieno.
D. – Il Papa ha fatto un forte richiamo a non avere paura
del diverso…
R. - Certamente. Qui si incontrano popoli diversi; qui
si vive la realtà anche dell’immigrazione e, quindi, tutti gli aspetti del pluralismo,
della società moderna e degli incontri fra i popoli diversi qui si trovano confrontati.
Del resto, Venezia è stata veramente una città d’incontro fra i popoli in tutta la
sua storia: basta vedere anche le forme artistiche, per esempio, della Basilica di
San Marco. E’ veramente un luogo in cui la sintesi fra le diverse ispirazioni culturali
ha avuto una grande storia. Bisognerebbe riuscire a proiettare verso il futuro un’ispirazione
simile dal punto di vista culturale e spirituale.
D. - Proprio alla
Chiesa di Venezia, il Papa chiede: “Andate contro corrente verso Gesù e il centro
di tutto sia l’Eucaristia”…
R. - C’è un’ispirazione cristiana molto
profonda, a partire dalle radici cristiane e con un’insistenza sul Vangelo come via.
E poi sulla santità, a cui tutti sono chiamati - e in particolare i laici - nel mondo
di oggi. E’ un orizzonte di speranza, questo riferimento alla Serenissima collegata
al tema della “città celeste” ed è anche molto suggestivo: quindi l’arco dalle origini
della fede fino alla speranza finale.
D. - Il Papa è tornato anche
a ribadire che il Vangelo non è una ideologia: più volte ha citato, invece, i grandi
problemi del relativismo che affliggono quest’era contemporanea…
R.
- Il Papa è consapevole dei problemi della cultura di oggi, con le sue crisi, con
le sue incertezze, con le sue domande. Una persona che, però, ha fiducia nella ragione,
se la ragione compie un dialogo costruttivo con la fede. Ecco, ritorna questa tematica:
avere fiducia nella ragione, in una ragione che non si chiude in se stessa, ma che
si apra alla fede. Questo può riaprire la strada per una cultura capace di gestire
il futuro dell’uomo anche di fronte a queste sfide nuove.
D. - Il Papa
ha venerato le reliquie di San Marco; ha citato Pio X, Giovanni XXIII, Giovanni Paolo
I e il venerabile Toniolo; e, ad Aquileia, ha ribadito la necessità di una forte testimonianza…
R.
- L’idea della santità come parte della vita quotidiana del cristiano. Questo - come
sempre - si ispira anche agli esempi di santità che ci sono nella vita intorno a noi
e non solo la santità dei grandi Papi, ma anche dei laici. Per questo il riferimento
a Toniolo, ma anche a tantissime persone importanti, modelli di vita cristiana che
sono fioriti in questa regione di profonde radici cristiane.
D. - Immagini
suggestive, giusto per dare delle istantanee: il “Viva” scritto sulla sabbia dai ragazzi
e il Papa in gondola, un’immagine inusuale…
R. - Il Papa in gondola,
il Canal Grande, la Basilica di San Marco illuminata la sera, e la stessa Basilica
di Aquileia toccano il cuore e si capisce come la fede sia stata profondamente unita
alla cultura in queste regioni. Questo è anche un messaggio importante per il futuro:
continuiamo a cercare la sintesi fra la fede, la cultura umana, la ragione, e possiamo
costruire un mondo in cui vale la pena vivere. Si è parlato anche della “vita buona”
secondo il Vangelo: cerchiamo allora di costruire un mondo anche bello, buono, in
cui la dignità della persona umana risplenda anche in un ambiente che aiuta, che eleva.
Questo certamente lo abbiamo potuto respirare nella grandezza e nella bellezza delle
prospettive storiche e culturali di questo viaggio e che sia anche questo un messaggio
di speranza. (mg)