2011-05-09 14:57:04

Grecia: ispezione internazionale sull'attuazione del piano anti-crisi


Scatta domani in Grecia l'ispezione della troika del Fondo monetario internazionale, dell’Unione Europea e della Banca centrale europea per verificare lo stato di attuazione del piano di austerità varato dal governo di Atene per far fronte alla crisi che da mesi attanaglia il Paese ellenico. Al vaglio degli esperti internazionali, la riduzione delle spese sanitarie, la situazione nel settore del lavoro, la riduzione delle spese nelle società pubbliche, in vista di un'accelerazione del piano delle privatizzazioni da cui le autorità contano di incassare 50 miliardi. Nei giorni scorsi si sono susseguite indiscrezioni e ipotesi, subito smentite da Atene e da Bruxelles: dal possibile abbandono dell’euro, ad una revisione del piano di aiuti concesso dall’Ue. Nelle prossime ore, poi, la Grecia ha in programma il collocamento di titoli a breve per 1,25 miliardi. Su tale provvedimento, ascoltiamo l’economista Alberto Quadrio Curzio, dell’Università Cattolica di Milano, intervistato da Giada Aquilino:RealAudioMP3

R. - E’ un test sia per la Grecia sia per l’Europa. Infatti, negli ultimi giorni, si è diffusa la voce che Atene avrebbe dato default dei propri titoli di Stato: voce duramente smentita dalla Grecia, ma anche da fonti ufficiali europee. D’altro canto la speculazione continua a colpire quel Paese, tant’è che i tassi d’interesse sui titoli a due anni sono arrivati quasi al 25 per cento: il che non ha senso, perché equiparano la Grecia a Paesi che sono veramente sottosviluppati e nulla hanno a che fare con uno Stato che, comunque, sta nel contesto di Eurolandia.

D. - Quanta verità ci può essere nelle voci sull’abbandono dell’euro per Atene?

R. - Ritengo impossibile che l’euro veda uscire un suo partecipante, perché i costi di una tale operazione sarebbero di molto superiori a quelli di un sostegno ai Paesi in difficoltà che, tra l’altro, certamente dovranno trovare una maggior forma di assistenza. Detto in altri termini: il prestito di 110 miliardi che l’Europa ha fatto alla Grecia dovrà essere molto allungato sulla scadenza - attualmente è prevista una scadenza a tre anni - e il tasso di interesse rinegoziato. In ogni caso, così facendo, l’Europa previene danni maggiori a se stessa e alle banche francesi e tedesche.

D. - Se è possibile anticipare le mosse dell’Europa, cosa si può prevedere per le prossime ore?

R. - Rinegoziando il prestito fatto alla Grecia e allungando la scadenza, l’Europa manderebbe un messaggio ai mercati che non intende abbandonare quel Paese. Allora la speculazione potrebbe cambiare di segno e, invece che vendere - come sta facendo - titoli greci, abbattendone i prezzi, potrebbe comprare un po’ di titoli greci, facendo così rialzare i prezzi. Mi auguro che l’Europa mandi questo segnale. (mg)







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