La tradizionale supplica alla Vergine del Santo Rosario di Pompei presieduta dal cardinale
Sodano
Oggi, 8 maggio, tradizionale supplica alla Vergine del Santo Rosario di Pompei, il
Santuario voluto dal beato Bartolo Longo. Il Rito quest’anno è stato presieduto dal
cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio e segretario di Stato emerito.
“‘Non lamento, ma azione’ – ha sottolineato il porporato nella sua omelia - fu il
motto del Papa Pio XII durante l’ultimo conflitto mondiale. Non lamento, ma azione
è il messaggio che il nostro Bartolo Longo lancia ancor oggi a chi lavora per un mondo
migliore, nella famiglia, nel lavoro, nella scuola, in campo economico ed in campo
sociale. Bartolo Longo – ha ricordato il cardinale Sodano - fece suo l’invito che
nei tempi difficili succeduti alla riforma protestante Sant’Ignazio di Loyola aveva
rivolto ai suoi contemporanei: ‘Lavorare come se tutto dipendesse da noi e poi confidare
in Dio come se tutto dipendesse da Lui’. ‘Preghiera ed azione’: questo deve essere
il nostro motto! Sono le due armi di ogni credente. Alla scuola del grande Bartolo
Longo, - ha concluso il porporato - questa festa mariana rinnovi, quindi il nostro
impegno apostolico, per creare nel mondo un regno di giustizia, di amore e di pace.
E così sia!” . Nel suo saluto iniziale l’arcivescovo prelato di Pompei, mons. Carlo
Liberati, ha voluto evidenziare la difficile condizione dei bambini abbandonati, ancora
circa 35-40 mila in tutta Italia. In loro aiuto – ha ricordato – si prodigò il Beato
Bartolo Longo, fondatore del Santuario di Pompei intitolato alla Madonna, il quale
“si fece “Buon Samaritano” degli orfani, dei figli e delle figlie dei carcerati, dei
diseredati di ogni ceto sociale, costruendo qui a Pompei la “città dell’amore”, così
da promuovere i veri poveri e restituendo loro la dignità di figli di Dio”. Se lui
oggi tornasse, ha detto mons. Liberati, “con nella mano 'quella dolce catena che ci
unisce al cielo', il Santo Rosario, si chinerebbe come allora sull’infanzia non protetta,
l’adolescenza offesa, la famiglia insidiata e assediata da mali dirompenti. Guarderebbe
con tenerezza le angustie dei disabili, lo smarrimento dei drogati, le solitudini
e i disagi degli anziani, le sofferenze dei carcerati e tante nuove povertà ignote
alla negligenza delle legislazioni civili”. Un esempio di carità da custodire e promuovere,
dunque, quello del Beato Bartolo Longo, come pure le opere da lui realizzate. Proprio
in riferimento alla necessità di restauro del Santuario, “tra i più belli e grandi
del mondo”, mons. Liberati ha quindi denunciato “l’indifferenza di tutte le autorità
della Regione, fatta eccezione delle Sovrintendenze ai Beni artistici, architettonici,
storici, archivistici, culturali, paesaggistici”. Proprio grazie all’attenzione e
alla collaborazione di questi uffici – informa l’arcivescovo prelato di Pompei – i
lavori sono a buon punto e se ne prevede la conclusione entro la fine dell’anno. Per
l’occasione mons. Liberati ha formulato al Papa l’invito a presiedere l’inaugurazione
del restauro della Basilica. Il Santo Padre ha già visitato al Santuario nell’ottobre
del 2008.