Il saluto ai veneziani: promuovete il dialogo nella verità e nell'amore
“Venezia, crocevia di persone e comunità di ogni provenienza, cultura, lingua e religione
… è chiamata ad assumere importanti responsabilità in ordine alla promozione di una
cultura di accoglienza e di condivisione, capace di gettare ponti di dialogo tra i
popoli e le nazioni; una cultura della concordia e dell’amore, che ha le sue solide
fondamenta nel Vangelo”: così il Papa nel suo saluto alla cittadinanza di Venezia
in Piazza San Marco. Quindi ha proseguito: “I vostri padri ben sapevano che la vita
umana è nelle mani di Dio e che senza la sua benedizione l’uomo costruisce invano.
Perciò, visitando la vostra Città, chiedo al Signore che doni a tutti voi una fede
sincera e fruttuosa, capace di alimentare una grande speranza e una paziente ricerca
del bene comune”. Infine ha invitato i veneziani “a ricercare e custodire sempre l’armonia
tra lo sguardo della fede e della ragione che permette alla coscienza di percepire
il vero bene, in modo che le scelte della comunità civile siano sempre ispirate ai
principi etici corrispondenti alla profonda verità della natura umana. L’uomo non
può rinunciare alla verità su di sé, senza che ne soffrano il senso della responsabilità
personale, la solidarietà verso gli altri, l’onestà nei rapporti economici e di lavoro”.
Di seguito il testo del discorso del Papa:
Signor Cardinale
Patriarca, Confratelli nell’Episcopato, Signor Sindaco e distinte
Autorità, Cari fratelli e sorelle!
Rivolgo un cordiale saluto
a ciascuno di voi, che dalle varie “calli” e dai “campi” di questa meravigliosa Città
siete confluiti su questo Molo, per esprimere il vostro affetto al Successore di Pietro,
venuto in pellegrinaggio nelle terre di San Marco. La vostra presenza, accompagnata
da vibrante entusiasmo, esprime la vostra fede e la vostra devozione, e questo è per
me motivo di grande gioia. In particolare, ringrazio il Signor Sindaco per le nobili
espressioni che, anche a nome dell’intera Città, mi ha rivolto e per i sentimenti
che mi ha manifestato; con lui, saluto e ringrazio tutte le altre Autorità civili
e militari, che sono venute ad accogliermi.
Oggi ho la gioia di poter
incontrare la gente di questa laguna. Vengo in mezzo a voi per rinsaldare quel profondo
vincolo di comunione che storicamente vi unisce al Vescovo di Roma e di cui sono testimoni
anzitutto i venerati Pastori che da questa Sede patriarcale sono passati a quella
di san Pietro: molti di voi conservano vivo il ricordo del Patriarca Albino Luciani,
figlio di queste terre venete, che divenne Papa con il nome di Giovanni Paolo I; e
come non ricordare Angelo Giuseppe Roncalli, che, divenuto Papa Giovanni XXIII, è
stato elevato dalla Chiesa alla gloria degli altari e proclamato beato? Ricordiamo
infine il Patriarca Giuseppe Sarto, il futuro san Pio X, che con il suo esempio di
santità continua a vivificare questa Chiesa particolare e tutta la Chiesa universale.
Testimonianza della sollecitudine pastorale dei Papi per la vostra Città sono anche
le visite pastorali compiute dal Servo di Dio Paolo VI e dal Beato Giovanni Paolo
II. Anch’io, sulle orme di questi miei Predecessori, ho voluto venire oggi in mezzo
a voi, per portarvi una parola di amore e di speranza, e confermarvi nella fede della
Chiesa, che il Signore Gesù ha voluto fondare sulla roccia che è Pietro e ha affidato
alla guida degli Apostoli e dei loro successori, nella comunione con la Chiesa di
Roma “che presiede alla carità” (S. Ignazio).
Cari amici, secondo le
tradizioni veneziane avete voluto accogliermi in questo luogo suggestivo, che è come
la porta di accesso al cuore della Città. Da qui lo sguardo abbraccia il sereno bacino
di San Marco, l’elegante Palazzo Ducale, la meravigliosa mole della Basilica marciana,
l’inconfondibile profilo della città, giustamente detta “la perla dell’Adriatico”.
Da questo molo si può cogliere quell’aspetto di singolare apertura che da sempre caratterizza
Venezia, crocevia di persone e comunità di ogni provenienza, cultura, lingua e religione.
Punto di approdo e di incontro per gli uomini di tutti i continenti, per la sua bellezza,
la sua storia, le sue tradizioni civili, questa Città ha corrisposto nei secoli alla
speciale vocazione di essere ponte tra Occidente ed Oriente. Anche in questa nostra
epoca, con le sue nuove prospettive e le sue sfide complesse, essa è chiamata ad assumere
importanti responsabilità in ordine alla promozione di una cultura di accoglienza
e di condivisione, capace di gettare ponti di dialogo tra i popoli e le nazioni; una
cultura della concordia e dell’amore, che ha le sue solide fondamenta nel Vangelo.
Lo
splendore dei monumenti e la fama delle istituzioni secolari manifestano la storia
gloriosa e il carattere delle genti venete, oneste e laboriose, dotate di grande sensibilità,
di capacità organizzative e di quello che nel linguaggio quotidiano viene detto “buon
senso”. Tale patrimonio di tradizioni civili, culturali ed artistiche ha trovato un
fecondo sviluppo anche grazie all’accoglienza della fede cristiana, che affonda le
sue radici molto lontano, già dalla nascita dei primi insediamenti di questa laguna.
Con il passare dei secoli, la fede trasmessa dai primi evangelizzatori si è radicata
sempre più profondamente nel tessuto sociale, fino a diventarne parte essenziale.
Ne sono visibile testimonianza le splendide Chiese e le tante edicole devozionali
disseminate tra calli, canali e ponti. Vorrei ricordare, in particolare, i due importanti
Santuari che, in tempi diversi, vennero edificati dai veneziani in ottemperanza ad
un voto, per ottenere dalla Provvidenza divina la liberazione dalla piaga della peste:
eccoli di fronte a questo Molo, sono la Basilica del Redentore e il Santuario della
Madonna della Salute, entrambi mete di numerosi pellegrini nelle rispettive ricorrenze
annuali. I vostri padri ben sapevano che la vita umana è nelle mani di Dio e che senza
la sua benedizione l’uomo costruisce invano. Perciò, visitando la vostra Città, chiedo
al Signore che doni a tutti voi una fede sincera e fruttuosa, capace di alimentare
una grande speranza e una paziente ricerca del bene comune.
Cari amici,
la mia preghiera si eleva a Dio per implorare che effonda le sue benedizioni su Venezia
e il suo territorio. Invito tutti voi, cari Veneziani, a ricercare e custodire sempre
l’armonia tra lo sguardo della fede e della ragione che permette alla coscienza di
percepire il vero bene, in modo che le scelte della comunità civile siano sempre ispirate
ai principi etici corrispondenti alla profonda verità della natura umana. L’uomo non
può rinunciare alla verità su di sé, senza che ne soffrano il senso della responsabilità
personale, la solidarietà verso gli altri, l’onestà nei rapporti economici e di lavoro.
Mentre,
al crepuscolo di questo giorno ci introduciamo nella festa domenicale, disponiamoci
a celebrare la Pasqua settimanale del Signore con la gioia che caratterizza il tempo
pasquale e con la certezza che Gesù ha vinto la morte con la sua risurrezione e ci
vuole far partecipi della sua stessa vita. Affidandovi alla materna protezione di
Maria Santissima, invoco su questa Città, su quanti la abitano, su chi la governa,
su chi si prodiga a renderla sempre più degna di Dio e dell’uomo la Benedizione del
Signore. Grazie.