Manifestazioni pro-Bin Laden e antiamericane in Pakistan
Centinaia di persone stanno manifestando oggi nel sudovest del Pakistan per quello
che hanno definito un “omaggio” a Bin Laden, ucciso nei giorni scorsi vicino Islamabad
in un blitz americano. Le manifestazioni sono state organizzate dal partito islamista
Jamiat-Ulema-e-Islam nella città di Quetta, in Baloutchistan, al confine con l’Afghanistan:
secondo gli organizzatori, i dimostranti sarebbero 1500. Simili mobilitazioni sono
state indette pure a Islamabad, Abbottabad, Peshawar. Il primo ministro Yousuf Raza
Gilani lunedì prossimo riferirà all'Assemblea nazionale sulla vicenda Bin Laden. Sulla
situazione in queste ore in Pakistan, Giada Aquilino ha raggiunto telefonicamente
proprio a Islamabad la collega Barbara Schiavulli:
R. – Queste
manifestazioni sono state indette per protestare contro quello che hanno fatto gli
Stati Uniti: violare lo spazio aereo pakistano e, in qualche modo, anche la sovranità
del Pakistan, cosa che più ha fatto arrabbiare i pakistani, che sono praticamente
sotto shock per avere scoperto solo qualche giorno fa che l’uomo più ricercato al
mondo si trovava in un Paese di villeggiatura vicino Islamabad, a due passi dall’Accademia
Militare. Quindi, la gente si pone delle domande e chiede di avere delle risposte
dal governo. Ieri c’è già stata una prima fase: si sono riuniti i vertici militari
e hanno ammesso una mancanza nell’intelligence, perché se veramente per sei anni Bin
Laden ha vissuto ad Abbottabad qualcosa è andato storto. Detto questo, però, hanno
risposto duramente all’America, dicendo che se qualcosa del genere accadesse ancora
si potrebbero rivedere gli accordi e l’alleanza stretta che c’è stata in questi anni.
D.
– Da quello che noti ad Islamabad, la gente cosa ne pensa di Bin Laden?
R.
– Ci sono pareri discordanti. La maggior parte pensa che l’aver avuto Bin Laden a
due passi sia sicuramente un danno per il Paese. E’ però un grande Paese: ci sono
180 milioni di abitanti e quindi c’è di tutto. Una parte del Paese è praticamente
in guerra e in pieno conflitto, nella parte della frontiera afghana; il resto del
Paese, probabilmente, non ha ancora superato lo shock di sapere di averlo qui, perché
il governo ha sempre detto che Bin Laden non c’era. Molti pensavano fosse morto e
molti altri ora credono che tutto questo sia stato uno scenario creato dagli americani
proprio per colpire l’Afghanistan. (ap)