Dopo decenni di sostegno umanitario, gestito in massima parte dalla Caritas sudcoreana,
il blocco degli aiuti internazionali alla Corea del Nord imposto da Seoul e Washington
viene aggirato soltanto dai membri delle maggiori religioni del Sud: i cattolici e
i buddisti. Una fonte dell'agenzia AsiaNews conferma che "dieci monaci buddisti, d’accordo
con il governo, sono entrati due giorni fa nel regime di Kim Jong-il per portare medicinali
essenziali alla popolazione”. I venerabili, tutti membri dell’Ordine Jogye, hanno
compiuto una visita di un giorno solo. Entrati dalla zona di confine che tocca il
monte Kumgang, i dieci hanno compiuto anche una visita a uno dei templi buddisti più
antichi di tutta la Corea che si trova nella parte nord, proprio alle pendici del
monte. E qui hanno potuto constatare che, all’interno del luogo di culto, non ci sono
fotografie di Kim Jong-il o del padre, Kim Il-sung: si tratta di una cosa eccezionale,
dato che per legge ogni edificio di culto in Corea del Nord è adibito soprattutto
alla venerazione dei dittatori. I monaci hanno donato nelle mani di un capo villaggio
più di 100mila tavolette di vermifugo, antibiotico fondamentale per distruggere i
vermi intestinali. Questi affliggono sempre di più la popolazione, che per nutrirsi
è costretta a seguire una dieta poverissima e soprattutto estremamente non igienica.
Secondo la Fao e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i nordcoreani sono al momento
il popolo con il peggior tasso combinato di alimentazione e sanità. (R.P.)