2011-05-05 11:36:56

La Chiesa piange la scomparsa del vescovo cinese Pietro Li Hongye: ha trascorso un terzo della sua vita in carcere


Il 23 aprile scorso, durante la veglia pasquale, mentre benediceva l’acqua prima di amministrare i battesimi, è deceduto mons. Pietro Li Hongye, vescovo della diocesi di Luoyang (Loyang), nella provincia di Henan (Cina Continentale). Il presule aveva 91 anni. Era nato il 6 gennaio 1920 in una famiglia cattolica da tre generazioni, nel villaggio di Xicunxian nella provincia di Henan. A 12 anni entrò nel seminario minore e, terminati gli studi nel seminario maggiore di Kaifeng, fu ordinato sacerdote il 22 aprile 1944. Fu più volte arrestato e messo in prigione, già da sacerdote, a partire dal 1955. Nel 1956 fu giudicato “ostinato” e condannato al carcere nella lontana provincia di Qinghai, dove rimase per 28 anni. Rilasciato nel 1984, era l’unico sacerdote in tutta la diocesi di Luoyang. Il 10 settembre 1987 fu ordinato vescovo di Luoyang. Il 25 giugno 1994 fu arrestato nuovamente e, poi, ancora nel 2001 mentre predicava un ritiro spirituale alle religiose della Diocesi.

I fedeli lo ricordano per la sua fortezza nel vivere con fedeltà la sua vocazione e per le sofferenze, sostenute durante i periodi passati in prigione oppure agli arresti domiciliari o sotto stretta sorveglianza. Era stimato da tutti per la vita intemerata, l’intelletto sveglio, la fede profonda, la prudenza e fermezza, l’attaccamento al Santo Padre. Era uomo di vasta cultura, noto per la perfetta conoscenza della lingua latina. Nella sua attività instancabile visitava spesso le comunità cattoliche, che si riunivano quasi tutte nella casa di qualche fedele, perché le chiese di una volta erano state requisite dal Governo e adibite ad altri usi. Queste visite gli costavano molta fatica, perché non ovunque si arrivava con i mezzi pubblici di trasporto: a volte, doveva camminare molte ore per raggiungere i fedeli.

Dal 2004 soffriva di disturbi al cuore e ha passato vari periodi di tempo in ospedale, rimanendo sempre cagionevole di salute. Uomo di temperamento molto forte, è stato una figura di primo piano nella Chiesa in Cina per i suoi tanti anni di testimonianza di martirio per la fede. La situazione politica generale, l’estrema povertà di tante comunità cattoliche e la mancanza di personale ecclesiastico hanno reso eroico il lavoro di Mons. Li. La città di Luoyang, oggi grande centro industriale, famosa per essere stata una delle quattro antiche capitali della Cina, è visitata da moltissimi turisti stranieri. La prefettura apostolica di Luoyang, sorta il 14 maggio 1929 con territorio separato dal vicariato apostolico di Zhengzhou, divenne a sua volta vicariato apostolico il 28 gennaio 1935 e fu elevata a diocesi l’11 aprile 1946. La Circoscrizione ecclesiastica conta ora circa 10.000 fedeli, una trentina di sacerdoti e più di 50 religiose. I funerali di Mons. Pietro Li Hongye si sono svolti il 29 aprile scorso nel suo villaggio natale, a metà strada fra Zhengzhou e Luoyang.







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