Russia: il Patriarcato di Mosca contro i festeggiamenti per la morte di Bin Laden
Monito del Patriarcato di Mosca a non rallegrarsi per la morte di Osama Bin Laden,
ucciso il 1° maggio da un'operazione a guida Usa. "La Chiesa russo-ortodossa non condivide
il giubilo che si è visto in alcuni Paesi - ha detto ieri a Interfax l'arciprete Georgy
Roschin, vice capo del dipartimento del Patriarcato per le Relazioni tra Chiesa e
società - chiunque muoia, sia egli il più grande male o il maggiore terrorista, sarà
giudicato solo da Dio". Per il sacerdote, l'eliminazione del capo di al Qaeda non
risolve il problema del terrorismo in sé: "La questione principale è prendere le decisioni
giuste e celebrare i successi finalizzati a risolvere il problema in generale e non
a eliminare un membro di un gruppo terroristico". Differente posizione, invece, quella
del mufti supremo dell’Autorità spirituale centrale dei musulmani di Russia, Talgat
Tudzhuddin, che ha accolto con gioia l’uccisione dello sceicco del terrore. “Questo
è l’unico modo per affrontare il terrorismo internazionale”, ha dichiarato il leader
musulmano. “Probabilmente Bin Laden non era l’unico a fomentare l’estremismo tra i
wahhabiti – ha aggiunto Tudzhuddin – ora bisogna pensare a come sradicare veramente
il terrorismo globale”. Alla domanda se in Russia ci siano molti seguaci di Osama,
il mufti ha risposto deciso: “Assolutamente no. La maggioranza dei musulmani russi
non accetta l’estremismo”. “Il nostro Paese – ha proseguito – sta dando un buon esempio
di come cristiani e musulmani possano vivere insieme, anche grazie alla Chiesa russo-ortodossa.
I fedeli dell’islam e del cristianesimo hanno trovato da tempo la giusta via di mezzo
in Russia, che ci permette di rimanere fratelli senza contrapposizioni”. Sull’eliminazione
del terrorista più ricercato al mondo è intervenuto con parole forti anche il rabbino
capo di Russia, Berel Lazar, che ha definito l’evento “un trionfo della giustizia”.
(R.P.)