2011-05-04 19:15:25

Libia. Sì della Camera alla mozione della maggioranza. Approvate anche quelle di Pd e Terzo Polo


In Libia le forze di Gheddafi hanno bombardato il porto di Misurata, uccidendo cinque persone. Lo riferiscono i ribelli. Nel porto della città è però ad attraccare oggi una nave dell'Oim, l’organizzazione internazionale dei migranti. L’imbarcazione ha il compito di evacuare circa mille migranti bloccati da giorni a causa dei combattimenti. Intanto secondo la Corte penale internazionale nel paese continuano ad essere commessi crimini contro l’umanità e per questo potrebbero essere emessi tre mandati di cattura.

E con 309 voti a favore, 294 contrari e due astenuti, la Camera ha approvato la mozione di Pdl e Lega sull’intervento in Libia, che fissa tempi certi per concludere l’impegno militare. Montecitorio dice sì anche alle mozioni del Pd e del Terzo Polo. Bocciata invece la risoluzione dell’Idv. La Nato però fa sapere di non essere in grado di fissare una data per la fine delle operazioni, mentre la Farnesina informa che “dall'Italia non arriverà nessuna decisione unilaterale” sui tempi della missione. Paolo Ondarza RealAudioMP3

Sono enormi le difficoltà per i medici impegnati sul campo in varie città della Libia, dove le condizioni delle strutture sanitarie sono pessime. Anche per questo il governo provvisorio dei ribelli ha chiesto l’intervento dell’Onu e l’Italia ha prontamente risposto trasportando 25 feriti all’ospedale San Camillo-Forlanini di Roma. Luca Attanasio ne ha parlato con il prof. Aldo Morrone, neodirettore generale del nosocomio, che nei giorni scorsi era in Libia con una task force:RealAudioMP3

R. – Siamo andati in Libia a Bengasi e abbiamo individuato, visitato, 25 persone ferite, quasi tutti combattenti delle battaglie di Misurata: si tratta soprattutto di giovani che hanno traumi cranici, ferite di proiettili, frammenti di mine, frammenti di bombe. Quindi, pazienti sufficientemente seri e anche abbastanza gravi. Abbiamo deciso con l’autorizzazione e la richiesta delle autorità libiche di portarli in Italia per curarli e appena staranno meglio riportarli in Libia, con la possibilità di portare altri feriti a Roma.

D. – Avete avuto problemi di tipo pratico a svolgere il vostro compito?

R. – Immediatamente dopo l’atterraggio, quando siamo usciti dal C-130 dell’aeronautica militare siamo stati accolti con grande gioia da tutta la popolazione locale presente all’aeroporto di Bengasi. Ci sono stati consegnati fiori in segno di grande amicizia e di grande gratitudine nei confronti dell’Italia che seguiva questa operazione. Ovviamente la situazione a Bengasi è molto difficile e drammatica e, quindi, questo nostro impegno umanitario è stato accolto con grande gioia dalla popolazione.

D. – Lei ha passato poche ore in Libia, si è fatto un’idea di come può evolvere la situazione?

R. – Intanto, la situazione, anche per quelle poche ore che abbiamo trascorso a Bengasi, è di una guerra vera, di una guerra drammatica, con persone che muoiono davvero, con persone ferite molto gravi. In Europa si ha un’idea di una guerra più mediatica che reale. Ci sono sofferenze, drammi, tantissimo dolore, i feriti sono tutti uomini, proprio perché sono loro che combattono in questo momento. Il dolore delle sorelle, delle madri che noi abbiamo visto, che abbracciavano questi feriti che noi trasportavamo in Italia era immenso. Si scopre davvero una situazione di grande dolore, di grande sofferenza, una guerra vera, drammatica, con tante vittime. (ap)







All the contents on this site are copyrighted ©.