Libertà religiosa di nuovo minacciata nel mondo: così il Papa alla Pontificia Accademia
delle Scienze Sociali
L’autentica libertà religiosa permette alla persona umana di realizzarsi pienamente
e in tal modo contribuire al bene comune della società. Lo sottolinea Benedetto XVI
nel messaggio inviato alla Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze sociali,
riunita per cinque giorni in Vaticano, sul tema “Diritti universali in un mondo diversificato.
La questione delle libertà religiosa.” Esperti di varie discipline si sono interrogati
ed hanno cercato risposte rispetto ai nuovi scenari geopolitici, alle nuove sfide
ideologiche e culturali ed ai rischi crescenti di violazioni della libertà religiosa
nel mondo. Il servizio di Roberta Gisotti.
“Le radici
della cultura cristiana dell’Occidente restano profonde”, ribadisce Benedetto XVI,
quella “cultura che ha dato vita e spazio alla libertà religiosa e continua a nutrire
la libertà religiosa e la libertà di culto costituzionalmente garantite di cui molti
popoli godono oggi”. Ma pure “questi diritti umani fondamentali sono di nuovo sotto
la minaccia di tendenze ed ideologie che vorrebbero impedire la libera espressione
religiosa”, ammonisce il Papa. “Di conseguenza, la sfida di difendere e promuovere
il diritto alla libertà di religione e la libertà di culto deve essere raccolta una
volta di più ai nostri giorni”, sollecita il Santo Padre. “Naturalmente, ogni Stato
ha il diritto sovrano di promulgare la sua legislazione e di esprimere diverse attitudini
verso la religione nella legge. Cosicché vi sono alcuni Stati che permettono ampia
libertà religiosa nella nostra comprensione del termine, mentre altri la limitano
per una serie di ragioni, inclusa la diffidenza per la religione stessa”. Per questo
“la Santa Sede – ha ricordato Benedetto XVI - continua a reclamare il riconoscimento
del fondamentale diritto alla libertà religiosa da parte di tutti gli Stati, richiamandoli
a rispettare, e se necessario proteggere, le minoranze religiose che, sebbene legate
ad una fede diversa da quella della maggioranza, aspirano a vivere con i loro concittadini
pacificamente, e a partecipare pienamente alla vita civile e politica della nazione,
a beneficio di tutti". Già il Concilio Vaticano II “consapevole degli sviluppi nella
cultura e nella società” propose un’interpretazione antropologica della libertà religiosa,
dichiarando che tutti i popoli ‘sono per loro stessa natura e per obbligo morale tenuti
a cercare la verità, specialmente quella religiosa’. “Il Concilio – spiega il Papa
- fu attento a chiarire che questa libertà è un diritto di cui ogni persona gode liberamente
e che dovrebbe essere quindi protetto e promosso dal diritto civile”. Infine la “sincera
speranza” espressa da Benedetto XVI che gli esperti - nei vari campi legislativo,
politico, sociologico economico - convocati dall’Accademia delle Scienze sociali
– portino “nuove intuizioni su questa importante questione”.
A riferire
sui risultati della Plenaria è stata questa mattina, in una conferenza stampa, Mary
Ann Glendon, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali,
fondata nel 1994 da Giovanni Paolo II, la cui beatificazione ha dato un carattere
speciale e memorabile a questa sessione, nel 20.mo anniversario della Centesimus annus,
di cui l’Accademia può ritenersi un frutto fecondo:
“I would say we
got, from this meeting, some good news …” La Glendon ha riportato luci ed
ombre, evidenziando quattro tipologie di minacce alla libertà religiosa, lo stato
di coercizione e persecuzione dei credenti; le restrizioni delle libertà religiose
delle minoranze; la pressione sociale sulle minoranze religiose che ne riduce comunque
le libertà e la crescita del fondamentalismo secolare nei Paesi occidentali, che considerano
i credenti una minaccia per la laicità e le politiche liberal-democratiche. ''Il 70%
della popolazione mondiale - ha denunciato Mary Ann Glendon - vive in Paesi che impongono
forti restrizioni sul piano della libertà religiosa e di culto. E, il rischio più
grande oggi, ha concluso la Glendon, è la volontà di confinare la religione nella
sfera del privato.