2011-05-04 15:14:31

Libertà religiosa di nuovo minacciata nel mondo: così il Papa alla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali


L’autentica libertà religiosa permette alla persona umana di realizzarsi pienamente e in tal modo contribuire al bene comune della società. Lo sottolinea Benedetto XVI nel messaggio inviato alla Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze sociali, riunita per cinque giorni in Vaticano, sul tema “Diritti universali in un mondo diversificato. La questione delle libertà religiosa.” Esperti di varie discipline si sono interrogati ed hanno cercato risposte rispetto ai nuovi scenari geopolitici, alle nuove sfide ideologiche e culturali ed ai rischi crescenti di violazioni della libertà religiosa nel mondo. Il servizio di Roberta Gisotti.RealAudioMP3

“Le radici della cultura cristiana dell’Occidente restano profonde”, ribadisce Benedetto XVI, quella “cultura che ha dato vita e spazio alla libertà religiosa e continua a nutrire la libertà religiosa e la libertà di culto costituzionalmente garantite di cui molti popoli godono oggi”. Ma pure “questi diritti umani fondamentali sono di nuovo sotto la minaccia di tendenze ed ideologie che vorrebbero impedire la libera espressione religiosa”, ammonisce il Papa. “Di conseguenza, la sfida di difendere e promuovere il diritto alla libertà di religione e la libertà di culto deve essere raccolta una volta di più ai nostri giorni”, sollecita il Santo Padre. “Naturalmente, ogni Stato ha il diritto sovrano di promulgare la sua legislazione e di esprimere diverse attitudini verso la religione nella legge. Cosicché vi sono alcuni Stati che permettono ampia libertà religiosa nella nostra comprensione del termine, mentre altri la limitano per una serie di ragioni, inclusa la diffidenza per la religione stessa”. Per questo “la Santa Sede – ha ricordato Benedetto XVI - continua a reclamare il riconoscimento del fondamentale diritto alla libertà religiosa da parte di tutti gli Stati, richiamandoli a rispettare, e se necessario proteggere, le minoranze religiose che, sebbene legate ad una fede diversa da quella della maggioranza, aspirano a vivere con i loro concittadini pacificamente, e a partecipare pienamente alla vita civile e politica della nazione, a beneficio di tutti". Già il Concilio Vaticano II “consapevole degli sviluppi nella cultura e nella società” propose un’interpretazione antropologica della libertà religiosa, dichiarando che tutti i popoli ‘sono per loro stessa natura e per obbligo morale tenuti a cercare la verità, specialmente quella religiosa’. “Il Concilio – spiega il Papa - fu attento a chiarire che questa libertà è un diritto di cui ogni persona gode liberamente e che dovrebbe essere quindi protetto e promosso dal diritto civile”. Infine la “sincera speranza” espressa da Benedetto XVI che gli esperti - nei vari campi legislativo, politico, sociologico economico - convocati dall’Accademia delle Scienze sociali – portino “nuove intuizioni su questa importante questione”.

A riferire sui risultati della Plenaria è stata questa mattina, in una conferenza stampa, Mary Ann Glendon, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, fondata nel 1994 da Giovanni Paolo II, la cui beatificazione ha dato un carattere speciale e memorabile a questa sessione, nel 20.mo anniversario della Centesimus annus, di cui l’Accademia può ritenersi un frutto fecondo:

“I would say we got, from this meeting, some good news …”
La Glendon ha riportato luci ed ombre, evidenziando quattro tipologie di minacce alla libertà religiosa, lo stato di coercizione e persecuzione dei credenti; le restrizioni delle libertà religiose delle minoranze; la pressione sociale sulle minoranze religiose che ne riduce comunque le libertà e la crescita del fondamentalismo secolare nei Paesi occidentali, che considerano i credenti una minaccia per la laicità e le politiche liberal-democratiche. ''Il 70% della popolazione mondiale - ha denunciato Mary Ann Glendon - vive in Paesi che impongono forti restrizioni sul piano della libertà religiosa e di culto. E, il rischio più grande oggi, ha concluso la Glendon, è la volontà di confinare la religione nella sfera del privato.







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