2011-05-04 14:07:55

La Commissione Europea: più solidarietà davanti all'emergenza immigrazione


La Commissione Europea ha presentato stamane il suo nuovo piano di azione in tema di migrazione perché l’Europa abbia davvero una politica comune su questo tema. Si tratta di linee guida in cui compare la parola solidarietà accanto alle raccomandazioni sul controllo delle frontiere. Ma ascoltiamo l’intervista di Fausta Speranza al portavoce della Commissione Europea Michele Cercone:RealAudioMP3

R. – I recenti eventi a cui abbiamo assistito nel Nord Africa indicano in maniera molto chiara che l’Europa deve fare ulteriori progressi, in vista di una politica comune dell’immigrazione. E’ una richiesta che viene prima di tutto dai cittadini europei, ma è una richiesta che è indispensabile, è un obiettivo che è indispensabile per dotare l’Unione Europea degli strumenti adeguati per poter far fronte a questo tipo di emergenza. L’obiettivo della comunicazione è esattamente questa: a 360 gradi lancia dei messaggi e delle richieste politiche agli Stati membri molto forti in settori che vanno dalla gestione dell’immigrazione regolare alla lotta all’immigrazione irregolare, la gestione delle frontiere esterne dell’Unione Europea, la gestione della libera circolazione all’interno dello spazio Schengen, la cooperazione e il partenariato con i Paesi terzi di origine e di transito dei migranti, il lavoro in materia di accordi di riammissione per garantire e facilitare il rimpatrio degli immigrati, che non hanno titolo legale per essere in Europa. Su tutti questi temi, questa comunicazione lancia un messaggio forte agli Stati membri, in vista di un impegno maggiore per la solidarietà e in vista anche – è importante ricordarlo – della necessità di occuparsi non solo dell’aspetto della migrazione legale e regolare, ma anche del problema dei richiedenti asilo e di coloro che hanno bisogno di protezione internazionale, perché accanto allo spazio comune di immigrazione, l’Europa ha bisogno di uno spazio comune dell’asilo, che esiste già in base alle normative in vigore, ma che deve essere rafforzato e, soprattutto, il termine solidarietà deve acquisire un significato nuovo e più concreto, soprattutto per quello che riguarda la reinstallazione delle persone, che possono aver bisogno della protezione internazionale, e la reinstallazione in particolare di coloro che si trovano in Paesi terzi e che hanno bisogno di aiuto lì dove sono e che con l’attività e il coordinamento dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i Rifugiati potrebbero già trovare protezione internazionale in alcuni Paesi europei.

D. – Quindi, in definitiva, adesso è la richiesta ai governi di agire...

R. – Gli esempi possono essere un rafforzamento del sistema di Schengen per fare in modo che ci sia maggiore fiducia e che ci sia la possibilità per tutti i Paesi di sapere in anticipo quali sono le regole che si applicano e chi è competente per sorvegliare queste regole; la possibilità che le frontiere esterne dell’area Schengen possano essere meglio sorvegliate attraverso un ruolo più forte - il fronte dell’Agenzia per la sorveglianza delle frontiere - ma anche la possibilità di dotarsi di strumenti finanziari più rapidi, più flessibili per intervenire a favore degli Stati membri, che si confrontano con flussi migratori straordinari. Di certo c’è una cosa, la Commissione ha un ruolo propositivo, propulsivo, ma non scordiamoci che poi gli Stati membri hanno la competenza di stabilire quali di queste misure si trasformerà in azioni concrete. (ap)







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