Sri Lanka: fedeli e organizzazioni per i diritti umani denunciano aggressioni contro
preti cattolici
A due anni dalla fine della guerra civile in Sri Lanka resta ancora alta la tensione
e l’insicurezza nel nord-est del Paese a maggioranza tamil. A farne le spese sono
anche sacerdoti cattolici vittime di un numero crescente di aggressioni e intimidazioni
rimaste impunite. È quanto denunciano diverse organizzazioni per i diritti umani locali
che insieme a gruppi di fedeli hanno chiesto ripetutamente alle autorità di intervenire
per fermare i responsabili delle violenze. Tra le ultime vittime – riferisce l’agenzia
Eglises d’Asie - padre Jayakumar, sacerdote nella diocesi di Jaffna ed ex direttore
della Caritas locale aggredito recentemente nella sua abitazione. Secondo un attivista
locale per i diritti umani Anton Jeganathan, si tratta di un fenomeno nuovo, perché
gli srilankesi tradizionalmente rispettano il clero di qualsiasi religione ed è inconcepibile
che tali aggressioni possano restare impunite. Questi episodi si inseriscono nel clima
di persistente tensione nella regione dove all’antico conflitto etnico tra tamil e
cingalesi, potrebbero aggiungersi anche tensioni di carattere religioso. Lo scorso
mese di gennaio il vescovo di Mannar mons. Rayappu Joseph aveva espresso preoccupazione
non solo per la singalizzazione forzata delle popolazioni tamil messa in atto dalle
autorità di Colombo, ma anche di una buddizzazione della regione a scapito della maggioranza
indù e cristiana. (L.Z.)