Solo la primavera araba può sconfiggere il terrore
P. Samir Khalil Samir, gesuita, islamologo, Università St. Joseph Beirut - PIO L'uccisione
di Bin Laden non fermerà il terrorismo. Purtroppo non dipendeva solo da lui, anche
se era un portabandiera per Al-Qaeda. La sua morte è un passo importante nella lotta
al terrore, ma questa continuerà a lungo finché i problemi del mondo islamico non
saranno risolti. Forse una piccola speranza è rappresentanta dal cambiamento
che sta attraversando il mondo arabo. Se questo mutamento favorirà l'avvento di società
più democratiche e più pacifiche, allora anche il terrorismo diminuirà perché, in
parte, nasce come reazione alle ingiustizie interne al mondo islamico. Si considera
spesso Al-Qaida un fenomeno nato come reazione all'Occidente, e questo in parte è
vero, ma il punto di partenza del percorso di Bin Laden è stata l'Arabia Saudita.
La sua parabola è stata esemplare di un grave disagio interno al mondo arabo che non
sa ancora come affrontarlo. La sua uccisione può scatenare reppresaglie contro le
minoranze cristiane nei paesi arabi perché i cristiani sono una preda facile. Disarmati,
non violenti, spesso poveri, non organizzati in partiti. E soprattutto perché nella
mentalità popolare musulmana l'Occidente è cristiano e dunque se il nemico sono gli
USA - che sono cristiani - tutti i cristiani sono nemici. E' un modo di pensare semplicistico
ma che ha molta presa...