2011-05-03 14:55:29

Mons. Vegliò in visita in Australia: ogni uomo ha il diritto di rimanere nel proprio Paese ma anche di emigrare


Qualsiasi forma di migrazione comporta, inevitabilmente, qualche tipo di sofferenza. E’ quanto sottolinea l’arcivescovo Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, nel discorso che pronuncerà durante gli incontri con i Cappellani dei migranti e le comunità immigrate, in occasione della sua visita in programma fino al prossimo 14 maggio in Australia. Il presule ricorda che nel 1963, Papa Giovanni XXIII nell’enciclica Pacem in Terris ha riconosciuto il diritto di ogni individuo di rimanere nel proprio Paese. Nel 2004, nel Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, anche Giovanni Paolo II aveva sottolineato che ogni persona ha “il diritto di vivere in pace e dignità nel proprio Paese”. Ma ci sono momenti e situazioni – ha sottolineato mons. Antonio Maria Vegliò – in cui è necessario lasciare la propria patria. Anche oggi molte persone abbandonano le loro case a causa di guerre e violenze.

La Chiesa – aggiunge il presule ricordando le parole di Benedetto XVI nel Messaggio per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato di quest’anno – riconosce ad ogni uomo anche il diritto ad emigrare, “nel duplice aspetto di possibilità di uscire dal proprio Paese e possibilità di entrare in un altro alla ricerca di migliori condizioni di vita”. Al tempo stesso, gli Stati – si legge ancora nel messaggio – hanno il diritto di regolare i flussi migratori e di “difendere le proprie frontiere, sempre assicurando il rispetto dovuto alla dignità di ciascuna persona umana”. “Gli immigrati, inoltre, hanno il dovere di integrarsi nel Paese di accoglienza, rispettandone le leggi e l’identità nazionale”. Nel settore delle informazioni, inoltre, è importante fornire ai potenziali migranti informazioni corrette sulla situazione dei loro Paesi di destinazione, sulle opportunità e sui pericoli che devono affrontare. Le migrazioni – ha concluso il presidente del Pontificio Consiglio – sono anche un'opportunità. La mescolanza di culture e religioni può essere un arricchimento, anche se è in alcuni casi può alimentare tensioni persistenti. Antidoto a questa tensione è “il dialogo che porta al riconoscimento di valori comuni”. (A.L.)







All the contents on this site are copyrighted ©.