Mons. Martinelli: appelli per una tregua in Libia non sono stati ascoltati
“Avevo chiesto una tregua, ma nessuno ha ascoltato l’appello. È vero, non abbiamo
sentito bombe, ma gli aerei hanno sorvolato Tripoli tutta la notte impedendoci di
dormire. Anche se non bombardano, gli aerei creano il panico tra la popolazione. Si
capisce che quando un aereo passa sopra la testa all’una di notte, si ha paura che
una bomba possa scoppiare da un momento all’altro”. Queste le parole di mons. Giovanni
Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli, rilasciate all’agenzia Fides.
“Ieri sono stato ai funerali di Saif al-Arab (uno dei figli di Gheddafi, ucciso nel
bombardamento della sua casa insieme a 3 nipoti). Non c’era Gheddafi – prosegue il
presule - ma erano presenti i maggiori rappresentati del potere libico, tra cui alcuni
dei suoi figli, anche se non tutti. C’era anche Abdessalam Jalloud”. Abdessalam Jalloud,
è stato uno dei più stretti collaboratori di Gheddafi fino a qualche tempo fa, prima
di ritirarsi dalla scena pubblica. “Rinnovo il mio appello per una tregua, per rispettare
il lutto della famiglia del leader libico” ha concluso mons. Martinelli. In Italia
intanto, i missionari Comboniani, in un documento approvato in riva al Lago di Garda
al termine di un simposio di riflessione sulla missione in Europa, hanno ribadito
il loro ‘no’ a “ogni forma di violenza come metodo di risoluzione delle controversie”.
I Comboniani, citati dall'agenzia Misna, sottolineano che “la violenza genera violenza
e pagano sempre gli innocenti”. Nel testo il dramma del conflitto viene messo in relazione
ad un contesto più generale, segnato dalla chiusura dell’Europa nei confronti della
sponda Sud del Mediterraneo e del Sud del mondo nel suo complesso. “Come missionari
e missionarie – scrivono i Comboniani – contestiamo un’Europa arroccata su se stessa
e sui suoi interessi, che rifiuta di accogliere tanti fratelli e sorelle africane
che cercano di sfuggire a situazioni di violenza e di morte. Chiediamo che l’Europa
dimostri maggiore senso di umanità e attenzione ai diritti fondamentali delle persone
che invocano accoglienza e aiuto”. (G.P.)