Giornata mondiale dell'asma, patologia che colpisce 300 milioni di persone. Nuove
tecnologie per la diagnosi
Si celebra oggi la Giornata mondiale dell’asma, patologia che colpisce circa 300 milioni
di individui su tutto il pianeta e causa 250 mila morti ogni anno. Tra le molte iniziative
messe in campo per sensibilizzare su questa diffusissima malattia, spicca il progetto
dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, dove è entrato in funzione una sorta di
“naso elettronico”, dotato di sofisticati sensori e in grado di vagliare il respiro
di pazienti asmatici fino a tracciare l’identikit molecolare della loro malattia.
Il progetto – che si svolgerà nell'ambito di uno studio europeo sul tema – è coordinato
dal prof. Paolo Montuschi, dell'Unità Operativa di Farmacologia dell'Università
Cattolica. Eliana Astorri lo ha intervistato, chiedendogli in cosa consista
l’asma e come sia possibile curarla:
R. – L’asma
è una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree, che si manifesta dal punto di
vista dei sintomi con un andamento generalmente intermittente, caratterizzato dalla
comparsa di difficoltà respiratorie, affanno, sensazione di chiusura del torace, tosse,
classicamente il respiro sibilante. Questo andamento è, come detto, per la maggior
parte dei casi intermittente, nel senso che i pazienti tra un attacco e l’altro stanno
bene e poi, improvvisamente, per fattori scatenanti – tipo pollini, allergeni,
inquinanti atmosferici, l’attività fisica, il fumo di sigarette e infezioni virali
– a un certo punto riacutizzano, cioè presentano i sintomi. In alcuni casi,
fortunatamente più rari, i pazienti presentano un’ostruzione persistente e lì subentrano
maggiori problemi, perché la risposta alla terapia farmacologica è sicuramente meno
efficace.
D. – Come ci si rende conto di essere asmatico?
R.
– Sicuramente per la comparsa di questi sintomi, che messi insieme orientano alla
diagnosi di asma, anche se presi singolarmente chiaramente non sono specifici per
l’asma. Poi, è molto importante una storia clinica, precedenti episodi di broncospasmo,
una storia familiare di allergia, visto che l’allergia è il principale fattore di
rischio per l’asma. Chiaramente non è detto che se una persona è allergica sia anche
asmatica, cioè presenti i sintomi e asma, però una persona allergica è sicuramente
una persona a maggior rischio di asma e, quindi, deve avere un maggior livello di
attenzione all’asma. Poi la diagnosi, oltre che clinica, attualmente strumentale,
è confermata da alcuni test di funzionalità respiratoria, tipo la risposta a farmaci
che provocano broncodilatazione, oppure a farmaci che provocano broncocostrizione,
mettendo in evidenza quella che è chiamata "iper reattività bronchiale", cioè una
maggior risposta della muscolatura liscia e bronchiale a stimoli di diverso tipo.
D. – Parliamo di farmaci, quelli classici, che sono sempre stati usati
e quelli innovativi, quelli su cui si sta studiando...
R. – E’ molto
importante, quando si parla di farmaci antiasmatici sapere il tipo di paziente che
ci si trova davanti e la gravità dell’asma del paziente che si starà trattando. La
terapia dell’asma è una terapia tipicamente per gradini: si aumenta non tanto e non
solo la dose di un determinato farmaco, ma si aggiungono via via più farmaci mano
a mano che aumenta la gravità dell’asma. Molti pazienti, quelli asintomatici, richiedono
semplicemente la terapia con farmaci broncodilatatori all’occorrenza, oppure per la
prevenzione di sintomi, come i pazienti che hanno l’asma da sforzo. Invece, per altri
pazienti è necessaria una terapia persistente, quindi diversi giorni di terapia –
quattro, otto, dodici settimane – con farmaci antinfiammatori: i più efficaci sono
sicuramente i glucocorticori, vale a dire i cortisonici per via inalatoria. Esistono
anche i farmaci che si somministrano per bocca, che si chiamano leucotrieni. E poi
esistono in associazione ai cortisonici per via inalatoria, i broncodilatatori a lunga
durata d’azione. Questi sono i farmaci principali.(ap)