Al Fatah-Hamas, pace a rischio dopo la morte di Bin Laden
L'uccisione di Osama Bin Laden in Pakistan ha riportato tensione fra le principali
fazioni palestinesi. Secondo il premier uscente dell'Anp, Salam Fayyad, il capo di
Al Qaeda “si era impegnato in un'opera di distruzione lungo la sua intera vita. Spero
- ha aggiunto - che la sua morte segni l'inizio della fine di questa epoca tenebrosa”.
A Gaza invece il capo dell'esecutivo di Hamas, Ismail Haniyeh, ha preferito denunciare
“la politica oppressiva degli Stati Uniti”. Tali posizioni contrapposte potrebbero
pesare quindi sul futuro dell’accordo di riconciliazione, raggiunto la scorsa settimana
tra le due fazioni palestinesi. Oggi e domani al Cairo è infatti in programma la firma
dell’intesa, che prevede tra l’altro la costituzione di un governo unitario di esperti,
in vista di nuove elezioni politiche e presidenziali entro un anno. A cosa dovrà dunque
effettivamente servire l’accordo? Giada Aquilino lo ha chiesto a Janiki
Cingoli, direttore del Centro italiano per la pace in Medio Oriente:
R. – L’accordo
deve servire a ricomporre l’unità interpalestinese, rotta dal 2007 per il colpo di
Stato che Hamas aveva fatto a Gaza e l’estromissione da Gaza dell’Autorità nazionale
palestinese. C’era stato già un iniziale tentativo di accordo da parte egiziana circa
un anno fa che, però, era stato firmato dall’Autorità palestinese e da Abu Mazen,
ma non era stato sottoscritto da Hamas. E, improvvisamente, Hamas nei giorni scorsi
ha comunicato la sua disponibilità a firmare quell’accordo con qualche leggero ritocco
e quindi a riaprire il discorso dell’unità interpalestinese. È stata una decisione
probabilmente dovuta anche al peggioramento dei rapporti tra Hamas e il regime siriano
di Assad: Hamas - che è in qualche maniera una costola dei Fratelli Musulmani - pare
abbia mandato una lettera di solidarietà agli stessi Fratelli Musulmani, i quali in
Siria hanno aderito alle manifestazioni contro il regime. E, ovviamente, Assad non
ha gradito.
D. – Hamas ha chiesto nelle ultime ore che il premier di
questo nuovo esecutivo sia di Gaza...
R. – La nomina del premier spetta
al presidente dell’Autorità palestinese, che è Abu Mazen. Tuttavia Hamas cerca di
evitare la nomina di Fayyad, che è considerato troppo vicino agli americani e, quindi,
questo è uno degli elementi del braccio di ferro sull’intesa.
D. – Chi
tratterà invece con Israele?
R. – Secondo tutti gli accordi, anche precedenti,
il compito di questo governo, che è un governo tecnico, non è il negoziato con Israele.
Il negoziato con lo Stato ebraico ricade sul presidente dell’Olp, che è Abu Mazen,
perché è l’Olp il firmatario degli accordi di Oslo.(ap)