2011-04-30 14:09:00

Pakistan: rischia la chiusura il Ministero per le Minoranze religiose. Continuano gli stupri delle donne cristiane


C’è allarme nelle comunità cristiane del Pakistan a causa della circolazione di una voce sempre più insistente sulla possibilità che il ministero federale per le Minoranze religiose del Paese venga abolito dal governo centrale e smembrato in quattro ministeri attivi a livello locale nelle quattro province del Punjab, Sindh, Beluchistan e Khyber-Pakhtunkwa. Come riporta la Fides, contro questa ipotesi già paventata da tempo, si era scagliato il compianto Shahbaz Bhatti, il ministro cattolico ucciso nel marzo scorso, la cui eredità spirituale è stata raccolta dal fratello Paul, attuale consigliere speciale del primo ministro per gli Affari delle minoranze, ruolo che a questo punto sarebbe svuotato di poteri e assumerebbe una funzione più formale che sostanziale. Le comunità cristiane intendono mobilitarsi anche a livello internazionale contro questa possibilità: l’esistenza del ministero, infatti, è indispensabile alla tutela dei diritti delle minoranze e impedisce che le persecuzioni contro i cristiani passino sotto il silenzio generale delle autorità e nell’indifferenza dell’opinione pubblica. Una delle forme più odiose di persecuzione contro i cristiani, è la conversione forzata e soprattutto lo stupro ai danni delle donne cristiane, “considerate merce” o addirittura “bottino di guerra” da ricchi musulmani. Uno degli ultimi casi registrati dalla cronaca è quello di Sehar Naz, 24enne di Faisalabad che mentre si stava recando a un meeting con alcuni colleghi della compagnia assicurativa per la quale lavora, è stata letteralmente sequestrata e violentata per quattro giorni, dal 14 al 18 aprile scorsi, dal Maggiore Arif Atif Rana, che quando l’ha liberata l’ha minacciata di ritorsioni contro la famiglia qualora l’avesse denunciato. La ragazza, riferisce la Fides, si è rivolta alla Commissione Giustizia e Pace della sua diocesi d’appartenenza e ora si trova in una località segreta ospite di alcune suore, mentre il Maggiore resta a piede libero. (R.B.)







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