2011-04-30 14:07:49

La Cei sulla Beatificazione di Giovanni Paolo II: “La sua vita è il messaggio più efficace”


“Un riferimento sicuro, un profeta che non ha mai smesso di additare la via di una speranza affidabile e di un amore alla portata di ogni uomo”. Questo il ricordo di Giovanni Paolo II che la Conferenza episcopale italiana (Cei) affida a un messaggio diffuso ieri in occasione della Beatificazione di domani. L’agenzia Sir ne riporta alcuni stralci, in cui i vescovi sottolineano come “il messaggio più efficace” sia stata la sua vita, fatta “di sguardi, di gesti e di segni che hanno toccato i cuori”. Primo Pontefice a entrare in una sinagoga e a pregare con “i fratelli maggiori”, gli ebrei; il primo a entrare in una moschea e a incontrare “i fratelli musulmani” e il primo a invitare i rappresentanti di tutte le religioni del mondo a pregare insieme per la pace, Giovanni Paolo II ha vissuto in prima persona quell’imperativo che regalò al mondo fin dal giorno in cui iniziò il suo lunghissimo Pontificato, quell’indimenticabile 22 ottobre 1978: “Non abbiate paura! Spalancate le porte a Cristo!”. Non avere paura della fede, innanzitutto: “Giovanni Paolo II non si è mai stancato di ricordare quanto sterile e fuorviante si riveli il tentativo di escludere Cristo dalla storia”, scrivono i presuli ricordando il ruolo che Papa Wojtyla ebbe anche nello scuotere le coscienze. Non avere paura della vita, “di quella nascente fin dal concepimento, a quella segnata dalla vecchiaia, ugualmente sacra e inviolabile”. Nei suoi innumerevoli viaggi ha mostrato il suo immenso amore per la comunità della Chiesa, tanto da chiedere in più occasioni “perdono per le mancanze commesse dai credenti”, e una solida testimonianza di “fedeltà al Vangelo e all’uomo”. Sul suo esempio, infine, la Cei rilancia il proprio “impegno missionario”, nella convinzione di “svolgere così un servizio indispensabile all’unità e al bene del Paese”. (R.B.)







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