2011-04-29 16:15:22

Marocco: condanna per l’attentato di Marrakech, sospettata Al Qaeda


In Marocco proseguono le indagini all’indomani dell’attentato di Marrakech, avvenuto nella centralissima piazza Jemaa el Fna, e costato la vita a 16 persone tra cui sei francesi, un olandese e una coppia di israeliani. Gli investigatori sembrano privilegiare la pista di Al Qaeda, ma per il momento non si escludono altre ipotesi. L’attenzione resta puntata sulle conseguenze a livello della politica interna. Il servizio è di Eugenio Bonanata:RealAudioMP3

L’unica certezza è che la strage non fermerà il processo di riforme avviato dal re Mohamed VI. Lo ha detto il portavoce dell’esecutivo marocchino, confermando la strada intrapresa dal monarca a fronte delle prime proteste di piazza nel paese, dopo quelle in Egitto e Tunisia. Alessandro Politi è analista politico e Strategico:

“Semplicemente perché il re è fermamente intenzionato a prevenire qualunque tipo di protesta di massa, non solo con gli apparati di sicurezza, ma anche con una serie di aperture preventive. Del resto si tratta della strategia più intelligente che una monarchia di questi tempi possa adottare e sarebbe stato meglio se avessero adottato lo stesso approccio in Bahrein”.

Il sovrano ha garantito l’impegno a riformare la Costituzione, il prossimo primo maggio scatterà l’aumento per pensioni e salari. Nelle scorse settimane, invece, è arrivata la liberazione dei detenuti politici. Secondo alcuni osservatori, la chiave dell’attentato è da ricercare proprio in questa concessione:

“E’ piuttosto improbabile che un ex detenuto sia così pronto, così organizzato da uscire dal carcere e poi farsi saltare per aria. Un attentato del genere ha comunque bisogno di preparazione. Nulla si può escludere al momento, però, il collegamento diretto ‘dopo l’amnistia ecco il primo attentato’ va verificato. Potrebbe esserci un collegamento, nel senso di fare questo attacco in un luogo altamente simbolico, frequentato da occidentali, visibilissimo nell’industria turistica per stroncare anche questi tentativi di reintegrazione e pacificazione con gli ex terroristi”.

L’Onu, l’Ue e diverse cancellerie occidentali hanno condannato l’attentato. Gli Stati Uniti e L’Interpool hanno offerto aiuto sul fronte indagini, che devono chiarire in primis la dinamica dell’accaduto. Qualcuno tra i testimoni ha parlato di un kamikaze, altri di un uomo che ha depositato una valigia nel locale allontanandosi poco prima dell’esplosione. In attesa di una rivendicazione, uno dei principali gruppi islamici del Paese ha preso le distanze dall’accaduto mentre gli investigatori non escludono la pista di Al Qaeda:

“Al Qaeda, nel Maghreb arabo, come tutti i movimenti qaedisti, ha perso l’iniziativa politica in giro per il mondo, e quindi può ammazzare, ma non ha più la capacità di creare consenso o di avere veramente un’efficace pressione sulle elite locali”.

Per il momento nessuna svolta, ma molti dubbi. Resta in piedi anche l’ipotesi del terrorismo locale:

“E’ difficile scartare la pista criminale, perché la bomba è stata particolarmente potente e non è detto che un giubbotto esplosivo abbia questa potenza. E’ una cosa che va verificata con i rilievi che ovviamente la scientifica marocchina sta facendo”.

L’esplosione ha distrutto il locale, storicamente frequentato da turisti, che si affaccia attraverso una terrazza panoramica sulla piazza più famosa del Paese. Le autorità non hanno fornito ancora l’identità delle vittime straniere. Fonti ospedaliere locali hanno precisato che la notte scorsa altre due persone sono morte per le ferite riportate.







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