Le testimonianze dei cardinali Grocholewski, Etchegaray e Tucci: "Karol Wojtyla, tanti
anni con lui e ora lo chiamiamo Beato"
Uomo del dialogo, del rispetto, della coerenza della fede. Al microfono di Fabio
Colagrande, il cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione
per l'Educazione – Cattolica, ricorda alcune delle qualità umane e spirituali di Papa
Wojtyla che tanto hanno impressionato il mondo durante il suo lungo Pontificato:
R. - Per
me ha un significato grande, perché si mette in luce una persona, una persona che
ha suscitato l'ammirazione di tutti, una persona - io penso - molto eloquente per
il mondo di oggi. Oggi assistiamo a discussioni fra politici, a continui scontri gli
uni contro gli altri: tutti parlano del dialogo, ma non c'è praticamente nessun dialogo...
Con Giovanni Paolo II è apparsa all’orizzonte una persona di vero dialogo, l'unica
persona - forse – capace di vero dialogo. Giovanni Paolo II parlava con tutti, parlava
con tutte le religioni - buddisti, musulmani, ebrei - parlava con gli uomini della
scienza e della tecnica, parlava con gli operai, con i giovani... non c'è alcuna categoria
di persone con la quale non abbia parlato. Ha dialogato con tutti, questo è il primo
punto. Il secondo punto è questo: parlava con rispetto. Non ha mai offeso nessuno,
al contrario di oggi quando, in tante discussioni, assistiamo alle tante offese che
vengono rivolte da una parte e dall'altra... Terzo elemento importante: ha sempre
professato la propria identità davanti a tutti. Non ha mai cercato di modificare la
dottrina per far piacere ai giovani o a chiunque altro... Davanti a tutti ha professato
la propria identità e quindi era un interlocutore credibile. Quarto elemento: per
i tanti anni del suo Pontificato è stato una persona coerente, non ha cambiato il
suo modo di essere. La sua visione della vita è sempre stata coerente. Questo tipo
di personalità ha suscitato una grande ammirazione in tutto il mondo, da parte di
tutte le religioni, del mondo della politica, della scienza. In un certo senso, Giovanni
Paolo II ha rappresentato un ideale di persona per il mondo moderno. Di tali persone
abbiamo bisogno: il mondo sarebbe felice di avere persone come lui, perché potrebbero
contribuire veramente ad un grande progresso. (mg)
Il cardinale Roberto
Tucci – ex direttore generale della Radio Vaticana e per lunghi anni organizzatore
dei viaggi apostolici di Giovanni Paolo II – lo ricorda soprattutto come uomo di preghiera.
L'intervista è di Alessandro Di Bussolo, collega del Centro Televisivo Vaticano:
R. - Sì,
un maestro di preghiera senz’altro. Bastava vederlo pregare, anche in mezzo a gente
che gridava parole di amore e di affetto al Papa e che dopo un po’ stava zitta perché
si accorgeva che il Papa non si muoveva dalla sua preghiera davanti al Santissimo
Sacramento, nella cappella dove era in ginocchio. Nonostante tutto il chiasso che
facevano, soprattutto in Paesi più - diciamo - entusiasti, piano piano alla fine non
si sentiva più un rumore nella Chiesa: tutti erano, in un certo senso, uniti alla
preghiera del Papa o perlomeno rispettavano con questo silenzio questo assorbimento
del Papa nel suo contatto con il Signore.
Sulla stessa lunghezza d’onda
si snodano i ricordi del cardinale Roger Etchegaray, vice-decano del Collegio
Cardinalizio e presidente emerito dei Pontifici Consigli Giustizia e Pace e Cor
Unum, per il quale Giovanni Paolo II è stato e resta per tutti semplicemente un
uomo di Dio. L'intervista e di Charles Le Bourgeois:
R. – Quand
on relit toute sa vie de Pape, on s’aperçoit que Dieu est partout. … Se
osserviamo la sua vita di Papa, ci si accorge che per lui, Dio è ovunque. Tutte le
sue iniziative, tutte le sue dichiarazioni, tutti i suoi gesti, in qualsiasi continente
sia andato, erano compiuti unicamente per dire che Dio non soltanto esiste, ma che
è con noi; che senza di Lui l’uomo non può essere felice. Giovanni Paolo II voleva
aiutare gli uomini a vivere come Dio e con Dio e ha cercato di unire Dio e l’uomo.
E per questo ha impegnato tutta la sua vita. Era un messaggero di pace: voleva che
ciascun individuo e tutti i popoli vivessero per la pace. Anche per questo la sua
Beatificazione toccherà non soltanto i cristiani, ma sarà un grande momento di condivisione
e di gioia. Io, personalmente, ho passato una trentina d’anni con lui e l’ho conosciuto
da vicino, abbiamo lavorato molto insieme. C’era tra di noi un’amicizia profonda.
Ora lo chiameremo Beato Giovanni Paolo II! (gf)