2011-04-28 14:59:29

La Radio ha un futuro esaltante: così l’arcivescovo Celli all’Assemblea dell’Ebu in Vaticano


L’importanza dei media, e specialmente dei Servizi pubblici, nel facilitare la diffusione di accurate informazioni, per il corretto funzionamento della società politica e civile. A sottolineare i risvolti etici della comunicazione è stato il presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni sociali, Claudio Maria Celli, aprendo stamane i lavori dell’Assemblea dell’Unione Europea di Radio-Televisioni, ospitata in Vaticano, in occasione degli 80 anni della nostra emittente. Il servizio di Roberta Gisotti.RealAudioMP3

Nessuno aveva previsto che questa Assemblea, in Vaticano, la 17ma delle Radio associate all’Ebu, avrebbe coinciso con la Beatificazione di Giovanni Paolo II. Certo un sovraccarico di impegni, ma anche una grande occasione per valutare la missione particolare della Radio Vaticana e il servizio che offre a tutte le altre emittenti nel mondo, ha osservato il nostro direttore padre Federico Lombardi, accogliendo ieri sera nella Sala Marconi i partecipanti all’Assemblea, che oggi e domani tiene i suoi lavori a porte chiuse. Fondata nel 1950, l’Ebu conta oggi 74 enti associati, di 56 Paesi europei e non solo, con un bacino di utenza di 650 milioni di teleradioascoltatori a settimana. 300 persone lavorano nel suo staff con sede a Ginevra, in Svizzera ed uffici a Pechino, Bruxelles, Londra, Madrid, Mosca, Singapore, Washington.

Ad aprire stamane gli interventi in Assemblea è stato l’arcivescovo Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, sottolineando come la Radio resti un media fondamentale nella vita della Chiesa. “La radio ha un futuro esaltante – ha osservato - anche nel contesto degli straordinari sviluppi” nei “cosiddetti nuovi media”. “Lontano dall’essere licenziata dalle emergenti tecnologie digitali” anzi rafforzata nel raggiungere “più ampie audience”, in svariati formati e “senza i limiti tradizionali di tempo e spazio”. E vero che i media oggi - ha osservato mons. Celli – “vivono di brevità, velocità, cambiamento, varietà, emotività, ma pensare richiede il contrario”, ha ammonito. “Pensare richiede tempo. Ha bisogno di silenzio e di abilità metodiche di logica. E la Radio, al suo meglio, ha la capacità di stimolare pensiero e riflessione, di invitare al dibattito, di informare ed educare”. Quindi il richiamo al documento del Pontificio Consiglio “Etica nella comunicazione”, per ricordare che i media tutti sono chiamati a servire la dignità umana aiutando i popoli a vivere meglio e ad operare come persone nella comunità”, “coltivando il senso della reciproca responsabilità, crescendo nella libertà individuale, nel rispetto della libertà degli altri e nella capacità di dialogo”.

Fitto il programma delle due giornate sul presente e sul futuro della Radio, su sfide e opportunità di rilancio di questa compagna di vita, “diversa, accessibile, sempre rilevante, e indispensabile”, ha commentato il direttore dell’Ebu, Raina Costantinova. Di particolare interesse i tre spazi di dibattito dedicati, il primo, oggi pomeriggio alla “Radio pubblica nella tormenta - Intensità e impatto delle turbolenze politiche, economiche e finanziarie”, quindi domani sui cambiamenti portati su scala globale dai social media e sul rapporto tra Radio pubblica e cultura. Infine sabato l’udienza del Papa ai partecipanti all’Assemblea dell’Ebu, nel Palazzo apostolico di Gastelgandolfo.







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