India: la comunità cristiana prega per la pace dopo le violenze in diversi Stati
Episodi di violenza anticristiana hanno caratterizzato gli ultimi giorni e anche le
festività pasquali: le organizzazioni come il “Catholic Secular Forum” (Csf) condannano
le violenze, invitano a pregare per la pace e lanciano un reclutamento di volontari
che, da tutte le aree del Paese, possano segnalare casi di persecuzioni, per continuare
a tenere desta l’attenzione dell’opinione pubblica e difendere i diritti umani delle
minoranze religiose. Secondo quanto rimarca all'agenzia Fides Joseph Dias, direttore
del Csf, gli Stati interessati dai recenti episodi di violenza sono stati il Madhya
Pradesh, il Maharashtra e il Kerala. In Madhya Pradesh (India centrale) il pastore
protestante Ramesh Devda è stato percosso e lasciato privo di conoscenza da estremisti
indù nel distretto di Meghnagar. Una violenza cieca e inattesa, avvenuta nel girono
del Venerdì Santo, giustificabile solo con l’odio religioso. In Maharashtra (India
centroccidentale), nel distretto di Palghar, i radicali induisti hanno organizzato
una irruzione contro l’assemblea di una comunità cristiana tribale, impedendo le celebrazioni
del Giovedì Santo e della Pasqua. Il fatto ha suscitato indignazione e un forte appello
dei leader cristiani locali per la libertà di culto che lo Stato deve garantire ai
cittadini. In seguito all’episodio, fra l’altro, la polizia ha arrestato sei cristiani
accusandoli di “conversioni illecite”. In Kerala (India del Sud), Stato a forte presenza
cristiana, dove i casi di violenza sono davvero rari, militanti dell’organizzazione
estremista indù del gruppo "Rashtriya Swayamsevak Sangh" (Rss) hanno fermato e percosso
alcuni giovani cristiani che stavano distribuendo copie del Vangelo ai passanti. Dias
commenta che “come cristiani non ci scoraggiamo e continuiano a proclamare che Dio
è con noi. La grande marcia del Venerdì Santo a Mumbai, con la preghiera per le vittime
dei crescenti attacchi anticristiani, è stata una testimonianza tangibile. Ma vogliamo
porre la questione alle autorità statali perché garantiscano la reale libertà di praticare
il culto nel Paese, per tutti i credenti, di tutte le religioni”. Il Csf, inoltre,
ha lanciato una campagna di reclutamento presso i giovani cristiani che vogliono diventare
“antenne” del Csf in tutti gli Stati della federazione, in modo da contribuire alla
difesa dei diritti umani e delle minoranze religiose. (R.P.)