Alba. Il cardinale Bertone alle esequie di Pietro Ferrero: ricchezza di valori radicati
nella fede
«Vita e morte si misurano sulla base di due aspetti fondamentali»: anzitutto «occorre
vivere nel tempo che ci è dato secondo i valori eterni», poiché — ed ecco l’altro
aspetto — «con la morte si farà chiaro il giudizio di Dio sulla nostra vita». Lo ha
detto il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, celebrando ieri ad Alba,
le esequie di Pietro Ferrero. L’imprenditore piemontese - riferisce L'Osservatore
Romano - è morto improvvisamente lo scorso 18 aprile in Sud Africa, dove si trovava
con il padre Michele per progettare la realizzazione di uno stabilimento e finalizzarlo
— com’è tradizione dell’azienda di famiglia «frutto di un progetto educativo profondamente
cristiano», ha evidenziato il porporato — a una forte dimensione sociale e di promozione
umana. «Del resto — ha commentato — non rimarrà traccia se non di ciò che di vero
ed eterno avremo realizzato, soprattutto in termini di carità e di solidarietà». E
in questo Pietro Ferrero è stato esemplare: «Ha marcato la sua famiglia, i suoi amici
e collaboratori e l’ambiente circostante, con la ricchezza di valori perenni radicati
in una fede profonda. Il suo esempio vive e vivrà, beneficando in maniera misteriosa
e reale tutti coloro che ha amato». All’omelia il celebrante ha messo in luce come
davanti al fatto della morte improvvisa l’importante sia «raccogliere ciò che abbiamo
seminato nel solco della fede». E ha citato la risposta di Benedetto XVI a una bambina
giapponese durante l’intervista televisiva trasmessa da Raiuno nel pomeriggio del
Venerdì Santo: «Dio mi ama, Dio ci ama, e un giorno — ha detto il Papa — ci farà capire
che questa sofferenza non è vuota, non è giunta a noi invano, ma dietro di essa c’è
un progetto buono, un progetto d’amore; non è un caso». Da qui la consegna del cardinale
Bertone ai familiari e agli amici di Pietro Ferrero, e a tutti i presenti, (mille
in cattedrale e 30mila davanti ai maxischermi nelle tre piazze del centro di Alba)
tra i quali erano la Regina dei belgi, Paola di Liegi, il presidente del Consiglio
dei ministri italiano, Silvio Berlusconi, con il ministro Roberto Calderoli, il vicepresidente
del Consiglio Superiore della Magistratura, Michele Vietti, il sindaco di Torino,
Sergio Chiamparino e il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota: «Lasciarsi
istruire da Gesù, come hanno fatto i discepoli di Emmaus». In che modo? Anzitutto
— ha concluso il cardinale Segretario di Stato — «mettendoci in ascolto della Parola
di Dio; poi occorre sedersi a tavola con il Signore, diventare suoi commensali, affinché
la sua presenza rinforzi in noi lo sguardo della fede». (R.P.)