2011-04-27 15:11:37

Rapporto Auser: tempi duri per il Welfare, servizi sociali a rischio per i tagli


A causa delle difficoltà economiche i Comuni italiani si affidano sempre di più, per i servizi sociali, al volontariato. Lo rileva il quarto Rapporto sulla sinergia tra Enti Locali e Terzo Settore promosso dall’Auser e presentato oggi a Roma. Chiesta anche più trasparenza, maggiore programmazione e regole più chiare, soprattutto sul fronte contratti e collaborazioni. Per noi c’era Michele Raviart:RealAudioMP3

In Italia, l’efficienza dei servizi sociali è a rischio. A lanciare l’allarme è l’Auser, che ha presentato oggi il IV Rapporto nazionale “Enti locali e Terzo Settore”, nel quale si sottolinea come ormai circa il 50 per cento dei servizi di assistenza di competenza del settore pubblico sia esternalizzato a soggetti privati. E questo in un regime di tagli alle spese da parte dello Stato, rischia di impoverire notevolmente la quantità dei servizi erogati alle persone bisognose, come ci spiega Francesco Montemurro, tra gli estensori del Rapporto:

“E’ un impoverimento, che è la risultante di almeno tre filoni di intervento: uno riguarda il taglio ai trasferimenti statali ai comuni, con un peso di circa un miliardo e mezzo per il 2011 e di due miliardi e mezzo a regime per il 2012; l’altro riguarda, invece, il taglio di circa il 63 per cento dei fondi statali a sostegno degli interventi sociali; il terzo provvedimento è quello, nelle amministrazioni pubbliche, del raffreddamento dei contratti collettivi”.

Quindi il blocco delle assunzioni nelle amministrazioni pubbliche e un aumento del precariato; ma anche la progressiva riduzione dei fondi, come quello per le politiche sociali, ridotto di oltre il 60 per cento. E la scomparsa di quello che si occupava delle persone non autosufficienti, che solo nel 2010 gestiva 400 milioni di euro. Michele Mangano, presidente dell’Auser:

“Com’è velleitario immaginare che sia solo il pubblico ad intervenire per la gestione dei servizi pubblici, altrettanto velleitario è pensare che siano poi i soggetti di Terzo Settore - quindi le cooperative sociali e le associazioni di volontariato - a gestire la stragrande maggioranza dei servizi sociali. Questo è impossibile. Bisogna che ci sia una giusta integrazione e che il ruolo del privato sia un ruolo complementare all’intervento pubblico. (mg)







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