Filippine: negoziati tra il governo e il Fronte islamico Moro
Al via a Kuala Lumpur in Malaysia i negoziati diretti tra il governo filippino e il
Fronte islamico di Liberazione Moro, che da decenni combatte contro Manila per ottenere
uno Stato autonomo nel Sud delle Filippine. Il dialogo con i ribelli islamici era
stato interrotto nel 2008 in quanto le parti non avevano trovato alcun punto di contatto
sulle reciproche richieste. Il tavolo che si è riaperto ora con la mediazione malese
suscita molte speranze, soprattutto per la concomitanza con i negoziati che il governo
filippino ha avviato con la guerriglia comunista e i buoni uffici della Norvegia.
Sentiamo Paolo Affatato, giornalista esperto di Asia, intervistato da Stefano
Leszczynski.
R. – Nelle
Filippine ci sono due gruppi ribelli molto distinti fra loro. Da una parte, la ribellione,
che ha radici nella guerriglia comunista, ha dato diversi problemi: è una guerriglia
che ha lasciato una scia di sangue di circa 40 mila morti, per capire l’entità del
problema. Dall’altra parte, anche nel Sud del Paese, c’è una tradizionale forma di
protesta e di guerriglia, che ha radici invece nella diversità etnica, culturale e
religiosa del Sud. C’è soprattutto una forte presenza islamica e dei gruppi ribelli
di matrice islamica.
D. – I negoziati, a Kuala Lumpur, in Malesia, sono
concentrati soprattutto con i gruppi maggioritari della ribellione islamica. Quali
sono gli spiragli per questo tavolo di trattative?
R. – Ci sono spiragli
che, effettivamente, oggi potrebbero lasciare anche un certo ottimismo, nel senso
che da entrambe le parti, alla vigilia di questi importanti colloqui, si sono manifestate
delle disponibilità di venire incontro alla controparte. Si tratterà di mettere alla
prova la volontà di pace, i proclami di riconciliazione lanciati dal governo, ma anche
la disponibilità offerta dai gruppi ribelli.
D. – Lo sforzo del governo
filippino di portare avanti due negoziati paralleli su due fronti diversi ha contribuito
a stemperare le tensioni nel Paese o questi negoziati avvengono in un clima di grandi
difficoltà?
R. – Si può dire che ci sia generalmente un certo scetticismo
ancora che circola nell’opinione pubblica e circola soprattutto nella parte Nord delle
Filippine - a Manila – laddove ci sono i centri del potere, laddove ci sono i centri
finanziari. Va detto anche, però, che sta crescendo a livello di società civile un
fronte che dà fiducia a questo tentativo del governo e di questo fronte fa parte anche
la Chiesa cattolica nelle sue diverse articolazioni. Quindi, questo ha comunque un
certo peso. Tutti sperano che il tentativo di riconciliazione sia sincero e che possa
dare dei frutti concreti per ricreare all’interno del Paese, nella società filippina,
quel clima di armonia nei rapporti reciproci, nei rapporti sociali che, naturalmente,
è premessa per uno sviluppo sociale ed economico per il benessere di tutti. (ap)