Sri Lanka: l’Onu pubblica il Rapporto sui crimini di guerra. Colombo protesta
L’Onu ha pubblicato oggi il rapporto in cui accusa il governo dello Sri Lanka dell’assassinio
di migliaia di civili, durante le fasi finali del conflitto del 2009. Lo Sri Lanka
e i Paesi alleati - riferisce l'agenzia AsiaNews - hanno esercitato invano forti pressioni
per evitare la diffusione del documento. In esso, in particolare, si cita un bombardamento
dell’aviazione militare dalle vaste proporzioni, che avrebbe ucciso più di 40mila
persone. Sin dal suo annuncio, il governo srilankese ha rifiutato la controversa relazione,
voluta dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, e in ogni modo ha
cercato di evitare la pubblicazione “per non danneggiare gli sforzi di riconciliazione
in atto nel Paese”, come riporta un comunicato ufficiale. Il rapporto Onu dipinge
un quadro infernale della vita a Vanni, l’area più estesa della provincia del nord
(comprende i distretti di Mannar, Mullaitivu, Vavuniya e parte di Kilinochchi), la
cosiddetta “no-fire zone” dove erano stati raccolti 330mila civili: prigionieri freddati
con un colpo alla testa, donne stuprate, corpi di bambini straziati. Il rapporto accusa
anche i ribelli tamil (Ltte) di aver usato i civili come scudi umani, durante i bombardamenti
dell’aviazione militare. Secondo esperti delle Nazioni Unite, quelle riportate nel
documento sono “accuse credibili che, se dimostrate, confermano che sia il governo
dello Sri Lanka che i membri delle Ltte avrebbero commesso un largo numero di gravi
violazioni di diritti umani e internazionali. Alcune delle quali classificabili come
crimini di guerra e crimini contro l’umanità”. Ban Ki-moon ha dichiarato che lo scopo
del rapporto è di esortare il governo ad ammettere un riconoscimento ufficiale e formale
della sua responsabilità per le vittime civili nelle fasi finali del conflitto del
2009. E ha aggiunto di non avere l’autorità per lanciare un’indagine internazionale
sui possibili crimini di guerra, a meno di ricevere un’autorizzazione del governo
dello Sri Lanka, o i membri delle Nazioni Unite non facciano una richiesta formale.
Il documento è stato redatto dopo aver raccolto le prove per 10 mesi. La sua pubblicazione
è stata rinviata più volte, a causa delle pressioni esercitate dal governo dello Sri
Lanka, giustificate per evitare di recare “danni irreparabili” al processo di riconciliazione
che sta attraversando il Paese. Il portavoce di Ban Ki- moon ha difeso la decisione
di diffondere il rapporto come una “questione di trasparenza, nel più ampio interesse
pubblico”. Il governo srilankese aveva ricevuto una copia integrale del documento
già lo scorso 12 aprile, insieme alla ripetuta proposta – sempre rifiutata da Colombo
– di pubblicare una replica ufficiale del governo insieme al documento Onu. I primi
a denunciare il governo dello Sri Lanka di aver commesso crimini di guerra sono stati
i Journalists for Democracy in Sri Lanka (Jds), un gruppo di giornalisti srilankesi
in esilio, sia singalesi che tamil. Attraverso il loro sito www.jdslanka.org i Jds
hanno reso pubblici una serie di filmati. I video mostrano esecuzioni perpetrate dai
militari, oltre che atti di violenza di vario genere. (R.P.)