Il direttore della Caritas di Roma, mons. Feroci: la vicenda dei rom sgomberati
va risolta con spirito di solidarietà
Un grande uovo di Pasqua, donato dal Papa, è stato portato ieri ai rom sgomberati,
venerdì scorso, dal loro campo nel quartiere romano di Casal Bruciato. Il gruppo di
rom si trova ora, grazie all’intervento della Caritas, nella casa di accoglienza “Domus”,
dopo che nei giorni scorsi erano riparati nella Basilica di San Paolo fuori le Mura.
Il dono del Papa è stato portato dal direttore della Caritas di Roma, mons. Enrico
Feroci, che - al microfono di Antonella Palermo - racconta le reazioni
delle famiglie rom:
R. - Sono
stati molto contenti e sono veramente molto grati dell’interessamento della Chiesa
nei loro confronti. E’ una struttura provvisoria: dovrebbero starci poco tempo…
D.
- Quanto, più o meno?
R. - Questo dipende dalla capacità dell’amministrazione
comunale di terminare la strutturazione di un campo, dove possano essere accolti.
D. - Cosa chiede all’Amministrazione capitolina?
R. -
Lo chiedo al sindaco, ma lo chiedo anche a tutti i romani, di avere la capacità di
essere accanto a ogni persona che ha bisogno. Anche i rom che sono qui sono anzitutto
persone. Io sono stato tre giorni con loro e mi sono reso conto delle dinamichefamiliari:
la maggior parte delle famiglie sono come le nostre, con bambini che vanno a scuola,
simpaticissimi, intelligenti. Dico, quindi, di lavorare tutti affinché si possa fare
un percorso educativo, di attenzione; un percorso in cui loro possano essere integrati
nella nostra realtà. Io non posso condividere una politica di sgombero, senza un’alternativa
diretta: bisognerà quindi lavorare, intorno ad un tavole, con persone sensibili ed
intelligente, perché qui è necessaria una progettualità. La nostra città, che è sempre
stata - nei secoli - così sensibile, credo che debba mettere al primo posto - manifestandola
- la propria civiltà. (mg)