2011-04-26 15:06:56

Chernobyl 25 anni dopo, tra commemorazioni e proteste antinucleare


In Ucraina si svolgono oggi le commemorazioni per il 25.mo anniversario del disastro nucleare di Chernobyl, che alle ore 1:23 del 26 aprile 1986 causò migliaia di morti, quattromila secondo le Nazioni Unite. Le nubi radioattive raggiunsero anche l’Europa e la costa orientale del nord America. Numerose oggi le manifestazioni antinucleare in tutto il mondo. Intanto, a 25 anni di distanza preoccupa ancora lo stato del reattore che causò l’incidente. Sui rischi ancora persistenti, Paolo Ondarza ha sentito Silvia Trini Castelli, ricercatrice dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio nazionale delle ricerche:RealAudioMP3

R. - Quello che si può dire di oggi è che sicuramente ci sono ancora delle radiazioni, che rimangono e permangono nell’atmosfera e che sono legate sostanzialmente al Cesio 137, che ha una vita di dimezzamento di 30 anni. Quindi, è probabile che ci siano ancora tracce in giro per l’atmosfera. Per quanto riguarda altri radioisotopi, tipo il Iodio 131 che decade molto rapidamente - in circa otto giorno - le tracce sono sicuramente smaltite.

D. - Per quanto riguarda queste sostanze che ancora permangono nell’aria, qual è il rischio per la salute dell’uomo?

R. - Queste sostanze interagiscono con gli organismi, andando ad intaccare le informazioni del Dna e, quindi, possono sostanzialmente indurre forme tumorali, ma non è certo…

D. - Però diciamo che sono potenzialmente nocive…

R. - Certo, sono nocive. Diciamo che a distanza di 25 anni sono molto diluite, si sono molto depositate e quindi saranno ancora presenti nell’ambiente, ma ritengo che la dannosità sia molto ridotta.

D. - Il raggio di azione di queste sostanze fin dove potrebbe arrivare?

R. - Nel caso di Chernobyl, c’è stata un’esplosione molto forte, che scoperchiò anche la parte del reattore che copriva il nocciolo, e quindi le sostanze sono state emesse molto in alto nell'atmosfera: avranno raggiunto i 1.500-2.000-2.500 metri circolando con venti molto forti in quota. Di conseguenza, si sono siffuse anche in Europa. Per esempio, al confronto l’incidente verificatosi a Fukushima è per il momento molto più locale: anche se la nube è arrivata anche in Europa, si tratta di valori estremamente bassi e non nocivi per la salute.

D. - E’ azzardato un paragone tra le due tragedie?

R. - Sì. Diciamo che, sicuramente, l’impatto da un punto di vista ambientale e della salute è forte in ambedue i casi. Le differenze sono anzitutto nella dinamica dell’incidente, che è stata molto diversa: mentre Chernobyl ha portato conseguenze a distanze transfrontaliere piuttosto grande, non è la stessa cosa per il momento per Fukushima. Lì l’impatto più forte sarà nelle acque e nell’atmosfera nei dintorni della centrale.

D. - A ogni anniversario di Chernobyl si riaccende il dibattito sul nucleare, già infuocato quest’anno dalla recente tragedia giapponese. Ma tragedie come queste possono essere degli elementi validi per dire “sì” o “no” all’atomo?

R. - Diciamo che questi incidenti suonano come campanelli d’allarme, ma per fortuna non se ne sono verificati numerosi. Io credo che per decidere se proseguire con il nucleare - che comunque e sicuramente è una fonte di energia molto produttiva e molto efficace - bisogna porsi tante altre domande che riguardano la costruzione in sicurezza delle centrali, lo smaltimento delle scorie e quindi molti altri aspetti che non riguardano esclusivamente la protezione in caso di incidente. Nel caso di Chernobyl, per esempio, l’incidente è successo perché stavano facendo degli esperimenti per riutilizzare il calore delle turbine che veniva prodotto e avevano spento i sistemi di sicurezza e quindi quando si è innescato l’incidente non sono stati in grado di tenerlo sotto controllo. Nel caso di Fukushima, invece, è successo di tutto e di più: la centrale era stata testata per un certo grado di evento sismico, ma si è verificato un evento al di là di ogni previsioni e quindi è andata fuori controllo per questo motivo. Gli incidenti sono eventi sperabilmente rari. (mg)







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