Vicinanza del Papa ai rom, riparati nella Basilica di San Paolo dopo lo sgombero del
loro campo. Trovata soluzione grazie alla Caritas
Un grande uovo di Pasqua donato dal Papa e' stato portato stamani ai rom che fino
a ieri sera occupavano la Basilica di San Paolo e che da allora si trovano nella
casa accoglienza "Domus" Il dono del Papa e' stato portato dal direttore della
Caritas di Roma, don Enrico Feroci, che poi si e' fermato a pranzo con i nomadi. Intanto
la comunità di Sant’Egidio invita le autorità capitoline a "evitare altri errori,
altre sofferenze, altre situazioni di tensione non necessari per la citta' e a sospendere
definitivamente gli sgomberi dei campi rom senza alternative, che dividono i nuclei
familiari e interrompono la frequenza scolastica”. “Siamo disponibili a confrontarci
su proposte concrete e realistiche, è la risposta del sindaco Alemanno, ma dobbiamo
continuare con il programma degli sgomberi dei campi abusivi, cercando di mettere
in campo ogni sforzo per garantire solidarieta' umana e sicurezza”.
Ieri pomeriggio,
il sostituto della Segreteria di Stato, mons. Fernando Filoni, si era recato presso
la Basilica romana di San Paolo “per esprimere la vicinanza del Santo Padre” al gruppo
di rom, alcune decine, “che hanno trovato appoggio nell’area della Basilica dopo lo
sgombero del loro campo venerdì scorso”. Nel pomeriggio, una dichiarazione del direttore
della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, informava:“con l’interessamento
della Caritas, è stata trovata una soluzione, con il trasferimento del gruppo presso
strutture di accoglienza gestite dalla cooperativa sociale Domus, dove le famiglie
potranno restare unite”. A tal fine, prosegue padre Lombardi, “i nuclei sono stati
opportunamente censiti, per evitare le separazioni”. E’ da osservare, si legge ancora
nella dichiarazione, che “in tutto il corso della vicenda, il comportamento della
Gendarmeria vaticana è stato caratterizzato da correttezza e umanità, in stretta collaborazione
con gli operatori della Caritas e con le competenti autorità di Pubblica Sicurezza,
in modo da favorire il dialogo e la serenità nella ricerca delle soluzioni più opportune”.
Padre Lombardi si augurava, infine, che “la soluzione temporanea trovata preluda ad
una sistemazione stabile adeguata”.