Mons. Machado: annunciamo Gesù risorto anche tra le persecuzioni
In India le comunità cristiane hanno celebrato la Pasqua con gioia, nella speranza
che possano finire presto le violenze perpetrate contro i fedeli da minoranze estremiste.
D’altra parte, anche molti indù si interrogano sul significato della Passione e della
Risurrezione di Gesù, come ricorda il vescovo di Nashik, mons. Felix Anthony
Machado, intervistato da Amedeo Lomonaco:
R. –
Gesù è molto amato da tante persone ed è’ amato soprattutto perché ha sofferto per
perdonare l’uomo. C’è un grande affetto per Gesù Crocifisso: sono tanti gli indù –
quasi due milioni – che il Venerdì Santo si recano in Chiesa. E gli indù partecipano
silenziosamente, vedendo questo amore di Dio per l’umanità, manifestato in Gesù Cristo.
Pasqua, per noi, è veramente una festa densa di significato perché la gente sa che
i cristiani fanno il digiuno, l’elemosina e pregano. E’ un periodo durante il quale
tutti, anche i non cristiani, sanno che per noi è un periodo Santo e che questi giorni
sono i più importanti della nostra liturgia.
D. – In India, però, soprattutto
in alcuni Stati, i cristiani sono vittime di discriminazioni, di persecuzioni…
R.
– E’ una piccola minoranza che fa queste cose, una minoranza di fondamentalisti. La
maggioranza è con noi. Mi dispiace molto che questo piccolo gruppo, questa minoranza,
parli troppo ad alta voce e sia potente in una zona dove i cristiani sono una minoranza.
Io, però, non direi che in India tutti i cristiani siano perseguitati. Oggi c’è una
sorta di odio contro i missionari cristiani indiani, perché noi non abbandoniamo la
Parola di Dio e proclamiamo Gesù e il suo Vangelo a tutti. Se qualcuno decide di essere
battezzato dobbiamo farlo perché non siamo noi, ma è Dio che lo accoglie. La fede
della gente è ferma e molto salda. (ap)