2011-04-24 11:18:01

Il mondo può essere salvato dall’amore creatore di Dio: così il Papa nella Veglia Pasquale


Ieri sera, nella Basilica Vaticana gremita di fedeli, Benedetto XVI ha presieduto la suggestiva Veglia Pasquale, con i riti della benedizione del fuoco e dell’acqua. “Il mondo può essere salvato – ha detto il Papa nella sua omelia – perché all’origine sta l’amore creatore di Dio”. Centrale anche il concetto che l’uomo non è un “prodotto casuale dell’evoluzione”, e che la Chiesa non è un’associazione qualsiasi che si occupa dei “bisogni religiosi degli uomini”, ma “porta l’uomo in contatto con Dio”. Nel corso della Veglia, Benedetto XVI ha amministrato i sacramenti di Battesimo, Cresima e Prima Comunione a sei catecumeni – quattro donne e due uomini - provenienti da Svizzera, Albania, Russia, Perù, Singapore e Cina. Il servizio di Isabella Piro:RealAudioMP3

(suono di campane e musica)

Trenta secondi: tanto suonano le campane della Basilica Vaticana all’annuncio che Cristo è risorto. Lui, “vera stella del mattino” che porta la luce e la vita, come quella fiammella che i fedeli si passano di candela in candela. E la Basilica di San Pietro, prima silenziosa, buia, sgomenta di fronte alla morte del Signore, improvvisamente esplode di luci, colori, canti per celebrare Colui “che non tramonta in eterno”. Ed è su Dio Creatore che il Papa pone l’accento nella sua omelia, perché “omettere la creazione significherebbe fraintendere la stessa storia di Dio con gli uomini, sminuirla”. Invece, come recita la preghiera del Credo, Dio è “Creatore del cielo e della terra”:

"Se omettiamo questo primo articolo del Credo, l’intera storia della salvezza diventa troppo ristretta e troppo piccola. La Chiesa non è una qualsiasi associazione che si occupa dei bisogni religiosi degli uomini (…) No, essa porta l’uomo in contatto con Dio e quindi con il principio di ogni cosa. (…) La vita nella fede della Chiesa non abbraccia soltanto un ambito di sensazioni e di sentimenti e forse di obblighi morali. Essa abbraccia l’uomo nella sua interezza, dalle sue origini e in prospettiva dell’eternità".

Ma attenzione, dice il Papa, la gioia e la gratitudine per la creazione vanno di pari passo con la responsabilità, perché, come narra il Vangelo di Giovanni, all’origine di tutto c’è il Verbo, il Logos, la Ragione, una Ragione “che è senso e che crea essa stessa senso”:

"Il racconto della creazione ci dice che il mondo è un prodotto della Ragione creatrice. E con ciò esso ci dice che all’origine di tutte le cose non stava ciò che è senza ragione, senza libertà, bensì il principio di tutte le cose è la Ragione creatrice, è l’amore, è la libertà".

Ed è su questo piano, continua Benedetto XVI, che si gioca “la disputa tra fede ed incredulità”, ovvero il primato della Creazione spetta al caso, all’irrazionalità o alla ragione? Come credenti, afferma il Papa, rispondiamo che “all’origine sta la ragione, sta la libertà”:

"Se l’uomo fosse soltanto un tale prodotto casuale dell’evoluzione in qualche posto al margine dell’universo, allora la sua vita sarebbe priva di senso o addirittura un disturbo della natura. Invece no: la Ragione è all’inizio, la Ragione creatrice, divina".

Certo, prosegue il Santo Padre, della libertà “si può fare anche un uso indebito” ed è per questo che “una linea oscura” si estende attraverso l’universo e l’uomo:

"Ma nonostante questa contraddizione, la creazione come tale rimane buona, la vita rimane buona, perché all’origine sta la Ragione buona, l’amore creatore di Dio. Per questo il mondo può essere salvato. Per questo possiamo e dobbiamo metterci dalla parte della ragione, della libertà e dell’amore – dalla parte di Dio che ci ama così tanto che Egli ha sofferto per noi, affinché dalla sua morte potesse sorgere una vita nuova, definitiva, risanata".

Per tale motivo, continua il Papa, “l’alleanza, la comunione tra Dio e l’uomo” non è un qualcosa di aggiunto successivamente in un mondo già creato, ma è “predisposta nel più profondo della creazione stessa”:

"L’alleanza è la ragione intrinseca della creazione come la creazione è il presupposto esteriore dell’alleanza. Dio ha fatto il mondo, perché ci sia un luogo dove Egli possa comunicare il suo amore e dal quale la risposta d’amore ritorni a Lui".

Poi, Benedetto XVI affronta il grande tema della Risurrezione, un “processo rivoluzionario” che ha portato a cambiare il giorno di festa: se nel Vecchio Testamento esso cadeva di sabato, dalle origini della Chiesa si è passati alla domenica, “primo giorno”, “origine e meta della nostra vita”, in cui celebriamo “la vittoria definitiva del Creatore e della sua creazione”:

"Ora, grazie al Risorto, vale in modo definitivo che la ragione è più forte dell’irrazionalità, la verità più forte della menzogna, l’amore più forte della morte".

(canto: Regina Coeli)







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