Appello dei vescovi dell'Africa dell'Ovest per la pace in Costa d’Avorio e nel continente
Una preghiera forte e sentita “per tutta la popolazione della Costa d’Avorio, vittima
di esecuzioni assurde, di saccheggi vergognosi e costretta all’esilio”: è quella contenuta
nella dichiarazione della Conferenza episcopale regionale dell’Africa dell’Ovest (Cerao)
e pubblicata venerdì scorso, in prossimità della Santa Pasqua. La Cerao, lo ricordiamo,
è guidata dal card. Théodor Adrien Sarr, arcivescovo di Dakar, e raccoglie le Conferenze
episcopali del Burkina Faso, Niger, Senegal, Mauritiana, Capo Verde, Guinea Bissau,
Benin, Mali, Togo, Costa d’Avorio e Guinea. In questi giorni, sottolinea il documento
dei vescovi, “non possiamo evitare di pensare ai recenti e tristi avvenimenti della
Costa d’Avorio e a tutte le derive della sete smisurata di potere sia in Africa che
nelle altre parti del mondo”. “La guerra è un insulto alla santità di Dio – prosegue
la dichiarazione – Noi imploriamo la sua misericordia, sia sulle vittime che sui carnefici.
Noi gli domandiamo di concedere a tutti quella conversione del cuore che rende possibile
l’ammissione delle colpe, il perdono, la riconciliazione e la pace”. Poi, l’appello
della Cerao si estende “a tutti i cristiani e a tutti i cittadini dell’Africa occidentale,
ai loro responsabili e alla comunità internazionale”: “Davanti alla spaventosa crisi
umana – scrivono i vescovi – a cui abbiamo assistito tutti, attraverso gli avvenimenti
in Costa d’Avorio, la Chiesa verrebbe meno alla sua missione profetica se la sua voce
tacesse per timidezza, vigliaccheria o compromesso”. Di qui, la condanna “ferma e
senza riserve” che i presuli africani fanno “di tutte le dittature e di tutti gli
imperialismi, di qualunque schieramento politico siano”. “La Chiesa protesterà sempre
– ribadisce la Cerao – contro coloro che abusano del potere loro affidato, contro
tutti i poteri assoluti e corrotti, contro la sete smisurata di potere che ha come
conseguenze derive di ogni genere. La Chiesa disapproverà sempre tutti i capi di Stato
che si insediano come presidenti a vita ed organizzano false elezioni per restare
al potere”. Rimanendo “fedeli all’insegnamento di Gesù Cristo”, continuano i vescovi
nella loro dichiarazione, “noi proclamiamo a gran voce: No al potere per se stessi,
sì al potere per il popolo! No al potere ad uso personale, per farsi servire o per
essere serviti, sì al potere per servire gli altri!”. Ed è per questo che la Cerao
si rivolge agli uomini politici ricordando loro che “non possono detenere un potere
assoluto, ma solo un potere regolato attraverso valori e regole superiori, come la
pace del Paese, il dovere di prevenire ed alleviare le sofferenze della popolazione,
il rispetto assoluto dei risultati elettorali, delle leggi democratiche e della volontà
popolare, che si esprime attraverso il voto”. E ancora, guardando al dramma della
Costa d’Avorio, la Cerao invita tutti “ad interrogarsi sul diritto di ingerenza o
il diritto di intervento umanitario a nome della Comunità internazionale”: “In nome
della nostra missione profetica – scrivono i vescovi – noi chiediamo all’Unione africana
e alle Nazioni Unite di elaborare delle norme che siano accettate da tutti, in modo
da precisare le condizioni dell’ingerenza politica o degli interventi umanitari in
un Paese sovrano”. Lo scopo, spiegano i presuli, è di “evitare l’applicazione della
legge del più forte o di due pesi e due misure o, ancora, la promozione di interessi
particolari, nascosta sotto il nome della comunità internazionale”. Ricordando, poi,
il secondo Sinodo speciale per l’Africa, svoltosi nel 2009 e dedicato a “La Chiesa
in Africa al servizio della riconciliazione, la giustizia e la pace”, la Cerao chiama
in causa tutti i responsabili politici e religiosi, affinché “mettano in campo tutte
le loro risorse etiche per un obiettivo di lunga durata, ovvero la costruzione della
vera pace, attraverso la promozione della giustizia e della riconciliazione. Quella
pace la cui sede rimane il cuore di ogni uomo e di ogni donna”, poiché, come ha detto
Benedetto XVI, “la violenza e l’odio sono sempre una sconfitta” e costituiscono “una
strada senza futuro”. Infine, la Cerao chiama alla “solidarietà attiva” tutti i cristiani
di tutte le popolazioni dell’Africa occidentale: “Noi raccomandiamo in particolare
ai responsabili religiosi l’organizzazione urgente di collette, il cui ricavato verrà
inviato immediatamente a strutture speciali della Costa d’Avorio, per alleviare tanta
sofferenza umana”. In occasione della Pasqua, concludono i vescovi, non bisogna “disperare
o piangere sulla condizione dell’uomo, anche se talvolta essa è meschina e miserabile”.
Al contrario, i cristiani devono “accogliere e lasciar crescere in sé l’amore di Cristo,
che ci ha amati sino alla fine, donando la sua vita per salvarci, e lasciarsi sospingere
dal suo Spirito sul cammino della riconciliazione, della solidarietà, dell’amore fraterno
e della pace, per costruire quell’Africa nuova che tutti attendono”. (I.P.)