2011-04-24 14:47:13

Appello dei vescovi dell'Africa dell'Ovest per la pace in Costa d’Avorio e nel continente


Una preghiera forte e sentita “per tutta la popolazione della Costa d’Avorio, vittima di esecuzioni assurde, di saccheggi vergognosi e costretta all’esilio”: è quella contenuta nella dichiarazione della Conferenza episcopale regionale dell’Africa dell’Ovest (Cerao) e pubblicata venerdì scorso, in prossimità della Santa Pasqua. La Cerao, lo ricordiamo, è guidata dal card. Théodor Adrien Sarr, arcivescovo di Dakar, e raccoglie le Conferenze episcopali del Burkina Faso, Niger, Senegal, Mauritiana, Capo Verde, Guinea Bissau, Benin, Mali, Togo, Costa d’Avorio e Guinea. In questi giorni, sottolinea il documento dei vescovi, “non possiamo evitare di pensare ai recenti e tristi avvenimenti della Costa d’Avorio e a tutte le derive della sete smisurata di potere sia in Africa che nelle altre parti del mondo”. “La guerra è un insulto alla santità di Dio – prosegue la dichiarazione – Noi imploriamo la sua misericordia, sia sulle vittime che sui carnefici. Noi gli domandiamo di concedere a tutti quella conversione del cuore che rende possibile l’ammissione delle colpe, il perdono, la riconciliazione e la pace”. Poi, l’appello della Cerao si estende “a tutti i cristiani e a tutti i cittadini dell’Africa occidentale, ai loro responsabili e alla comunità internazionale”: “Davanti alla spaventosa crisi umana – scrivono i vescovi – a cui abbiamo assistito tutti, attraverso gli avvenimenti in Costa d’Avorio, la Chiesa verrebbe meno alla sua missione profetica se la sua voce tacesse per timidezza, vigliaccheria o compromesso”. Di qui, la condanna “ferma e senza riserve” che i presuli africani fanno “di tutte le dittature e di tutti gli imperialismi, di qualunque schieramento politico siano”. “La Chiesa protesterà sempre – ribadisce la Cerao – contro coloro che abusano del potere loro affidato, contro tutti i poteri assoluti e corrotti, contro la sete smisurata di potere che ha come conseguenze derive di ogni genere. La Chiesa disapproverà sempre tutti i capi di Stato che si insediano come presidenti a vita ed organizzano false elezioni per restare al potere”. Rimanendo “fedeli all’insegnamento di Gesù Cristo”, continuano i vescovi nella loro dichiarazione, “noi proclamiamo a gran voce: No al potere per se stessi, sì al potere per il popolo! No al potere ad uso personale, per farsi servire o per essere serviti, sì al potere per servire gli altri!”. Ed è per questo che la Cerao si rivolge agli uomini politici ricordando loro che “non possono detenere un potere assoluto, ma solo un potere regolato attraverso valori e regole superiori, come la pace del Paese, il dovere di prevenire ed alleviare le sofferenze della popolazione, il rispetto assoluto dei risultati elettorali, delle leggi democratiche e della volontà popolare, che si esprime attraverso il voto”. E ancora, guardando al dramma della Costa d’Avorio, la Cerao invita tutti “ad interrogarsi sul diritto di ingerenza o il diritto di intervento umanitario a nome della Comunità internazionale”: “In nome della nostra missione profetica – scrivono i vescovi – noi chiediamo all’Unione africana e alle Nazioni Unite di elaborare delle norme che siano accettate da tutti, in modo da precisare le condizioni dell’ingerenza politica o degli interventi umanitari in un Paese sovrano”. Lo scopo, spiegano i presuli, è di “evitare l’applicazione della legge del più forte o di due pesi e due misure o, ancora, la promozione di interessi particolari, nascosta sotto il nome della comunità internazionale”. Ricordando, poi, il secondo Sinodo speciale per l’Africa, svoltosi nel 2009 e dedicato a “La Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, la giustizia e la pace”, la Cerao chiama in causa tutti i responsabili politici e religiosi, affinché “mettano in campo tutte le loro risorse etiche per un obiettivo di lunga durata, ovvero la costruzione della vera pace, attraverso la promozione della giustizia e della riconciliazione. Quella pace la cui sede rimane il cuore di ogni uomo e di ogni donna”, poiché, come ha detto Benedetto XVI, “la violenza e l’odio sono sempre una sconfitta” e costituiscono “una strada senza futuro”. Infine, la Cerao chiama alla “solidarietà attiva” tutti i cristiani di tutte le popolazioni dell’Africa occidentale: “Noi raccomandiamo in particolare ai responsabili religiosi l’organizzazione urgente di collette, il cui ricavato verrà inviato immediatamente a strutture speciali della Costa d’Avorio, per alleviare tanta sofferenza umana”. In occasione della Pasqua, concludono i vescovi, non bisogna “disperare o piangere sulla condizione dell’uomo, anche se talvolta essa è meschina e miserabile”. Al contrario, i cristiani devono “accogliere e lasciar crescere in sé l’amore di Cristo, che ci ha amati sino alla fine, donando la sua vita per salvarci, e lasciarsi sospingere dal suo Spirito sul cammino della riconciliazione, della solidarietà, dell’amore fraterno e della pace, per costruire quell’Africa nuova che tutti attendono”. (I.P.)







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