Costa d'Avorio. L'arcivescovo di Abidjan: fermare odio e violenza
Resta tesa la situazione in Costa d’Avorio ad oltre una settimana dalla cattura del
presidente uscente Gbagbo. Tiri di armi pesanti si sentono ancora ad Abidjan, nel
bastione dei militanti fedeli all’ex capo di Stato. Sul posto sono presenti le forze
del neo-presidente ivoriano Alassane Ouattará. Dall’arresto, l'11 aprile scorso, dell’ex
presidente Gbagbo, le forze di Ouattará hanno progressivamente preso il controllo
della capitale economica ivoriana. In questo contesto il Paese si appresta a vivere
la Pasqua tra timori e speranze. L’arcivescovo di Abidjan, Jean-Pierre Kutwa,
ha lanciato un accorato appello a fermare odio e violenza per riportare pace e benessere.
Ascoltiamolo al microfono di Hélène Destombes:
R.
- La Côte d’Ivoire a vécu… La Costa d’Avorio ha vissuto e continua a vivere
delle grandi prove; ha conosciuto degli scontri di rara violenza, degli scontri che
cominciano ad avere fine con questo tempo che ci conduce alla Pasqua e nella Pasqua
tutti i Paesi sperano di conoscere la Resurrezione. In questo tempo di Pasqua, tutta
la Costa d’Avorio deve uscire dal suo “sepolcro”: quella grande pietra di odio, quella
grande pietra di divisione che si è abbattuta sul Paese, con la Pasqua – ne siamo
pienamente coscienti - sarà tolta e la Costa d’Avorio risorgerà, ancora più bella
di prima. Con la grazia di Dio, la Costa d’Avorio si metterà sul cammino del perdono,
della riconciliazione e dell’unità, affinché una grande pace possa ritornare nel Paese,
per la felicità di tutti.
D. – Adesso è tempo che gli ivoriani facciano
proprio il perdono?
R. – Le pardon doit être vraiment un rendez-vous.
… Il perdono deve essere un appuntamento importante. Ci sono stati molti,
troppi morti da una parte come dall’altra: c’è stato molto dolore e lutto. Noi domandiamo
che il Signore doni a ciascun ivoriano questa grazia del perdono, perché il perdono
non è qualcosa di naturale: il perdono è qualcosa di soprannaturale. E’ necessario
ricevere la grazia di Dio per conoscere veramente il perdono. Dopo queste grandi ferite,
noi preghiamo il Signore che tutti aspirino a questo perdono per conoscere veramente
la riconciliazione.
D. – In Costa d’Avorio le varie confessioni religiose
hanno operato per la pace?
R. – Tous les religieux dans ce pays… Tutti
i religiosi nei loro Paesi portano questo grande messaggio e lavorano per questa convivenza
pacifica; tutti i religiosi cercano di far comprendere che tutti noi siamo nati dallo
stesso Padre, dallo stesso Creatore, e non dobbiamo assolutamente dimenticarlo: è
necessario che ci si riconosca tutti come fratelli e che la nostra convivenza sia
pacifica e fraterna.
D. – Il coprifuoco è stato tolto: è finalmente
tornata la calma in Costa d’Avorio?
R. – Après de tels affrontements,
… Dopo gli scontri, la calma in Costa d’Avorio potrà tornare solo lentamente.
Il coprifuoco è stato tolto, fortunatamente, e ogni giorno ci porterà un poco più
di calma. Nel giro di uno o due mesi – come ha detto anche il presidente – tutta la
Costa d’Avorio ritroverà la pace e la calma, che l’hanno sempre caratterizzata. (mg)