2011-04-21 14:36:18

Sud Sudan: tutta la società civile coinvolta nelle celebrazioni dell’indipendenza del Paese


Con grande entusiasmo e partecipazione la popolazione del Sud del Sudan si prepara a celebrare, il prossimo 9 luglio, l’indipendenza da Khartoum. Padre José Vieira, missionario comboniano raggiunto dalla Misna a Juba, capitale di quello che si appresta a diventare il 54.mo Stato africano, riferisce che “i lavori di rinnovamento sono cominciati la scorsa settimana, sia nello stadio di calcio che nel palazzetto del basket. I giovani, soprattutto, aspettano con ansia di festeggiare con lo sport l’indipendenza del Sud Sudan”. “Allo stadio – racconta il religioso all’agenzia missionaria – è già previsto un incontro tra la nazionale sud sudanese e quella keniana proprio nel giorno della proclamazione dell’indipendenza da Khartoum. Un appuntamento a cui nessun cittadino vuole mancare e per cui sono previste celebrazioni ed eventi in tutto il Paese”. Il cuore delle cerimonie per questo avvenimento storico, tuttavia, rimane Juba dove il governo ha annunciato l’arrivo di centinaia di ospiti da tutto il continente, solo per la cerimonia che sancirà la nascita del nuovo e più giovane stato del mondo. Ma i preparativi par l’occasione fervono non solo nei centri sportivi: “fino a un anno fa in città non si contavano più di tre o quattro chilometri di strade asfaltate e in alcuni quartieri manca l’elettricità” fa notare padre Vieira, anticipando che il governo del nuovo Stato si troverà a dover affrontare grosse sfide per il futuro del Paese. Decretata attraverso un referendum popolare svoltosi lo scorso mese di gennaio nelle regioni meridionali, la secessione del Sud Sudan dal governo di Khartoum e dal resto del Paese, costituisce il punto di approdo di un lungo cammino, avviato nel 2005 con la firma di accordi di pace che posero fine al ventennale conflitto civile tra nord e sud del Paese. Tuttavia all’imminenza dell’appuntamento di luglio, il Sudan si avvicina con tutta una serie di questioni irrisolte. Nodi delicati come quello relativo alle frontiere o allo statuto di Abyei, ricca regione petrolifera, contesa dalle due parti. Al di là delle difficoltà dei mesi a venire “il 9 luglio sarà una giornata memorabile per tutti i sud-sudanesi e nell’aria si respira già un clima di euforica attesa – osserva ancora il missionario – Il comitato per la preparazione dei festeggiamenti ha fatto circolare in tutte le chiese e i centri sociali il testo e la musica del nuovo inno nazionale. I ragazzi, dopo la scuola, vengono anche da noi in parrocchia per fare le prove. Il loro sogno? Essere scelti per far parte del coro che canterà il giorno della cerimonia di stato nel piazzale antistante il mausoleo di John Garang”. (M.G.)








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