Sud Sudan: tutta la società civile coinvolta nelle celebrazioni dell’indipendenza
del Paese
Con grande entusiasmo e partecipazione la popolazione del Sud del Sudan si prepara
a celebrare, il prossimo 9 luglio, l’indipendenza da Khartoum. Padre José Vieira,
missionario comboniano raggiunto dalla Misna a Juba, capitale di quello che si appresta
a diventare il 54.mo Stato africano, riferisce che “i lavori di rinnovamento sono
cominciati la scorsa settimana, sia nello stadio di calcio che nel palazzetto del
basket. I giovani, soprattutto, aspettano con ansia di festeggiare con lo sport l’indipendenza
del Sud Sudan”. “Allo stadio – racconta il religioso all’agenzia missionaria – è già
previsto un incontro tra la nazionale sud sudanese e quella keniana proprio nel giorno
della proclamazione dell’indipendenza da Khartoum. Un appuntamento a cui nessun cittadino
vuole mancare e per cui sono previste celebrazioni ed eventi in tutto il Paese”. Il
cuore delle cerimonie per questo avvenimento storico, tuttavia, rimane Juba dove il
governo ha annunciato l’arrivo di centinaia di ospiti da tutto il continente, solo
per la cerimonia che sancirà la nascita del nuovo e più giovane stato del mondo. Ma
i preparativi par l’occasione fervono non solo nei centri sportivi: “fino a un anno
fa in città non si contavano più di tre o quattro chilometri di strade asfaltate e
in alcuni quartieri manca l’elettricità” fa notare padre Vieira, anticipando che il
governo del nuovo Stato si troverà a dover affrontare grosse sfide per il futuro del
Paese. Decretata attraverso un referendum popolare svoltosi lo scorso mese di gennaio
nelle regioni meridionali, la secessione del Sud Sudan dal governo di Khartoum e dal
resto del Paese, costituisce il punto di approdo di un lungo cammino, avviato nel
2005 con la firma di accordi di pace che posero fine al ventennale conflitto civile
tra nord e sud del Paese. Tuttavia all’imminenza dell’appuntamento di luglio, il Sudan
si avvicina con tutta una serie di questioni irrisolte. Nodi delicati come quello
relativo alle frontiere o allo statuto di Abyei, ricca regione petrolifera, contesa
dalle due parti. Al di là delle difficoltà dei mesi a venire “il 9 luglio sarà una
giornata memorabile per tutti i sud-sudanesi e nell’aria si respira già un clima di
euforica attesa – osserva ancora il missionario – Il comitato per la preparazione
dei festeggiamenti ha fatto circolare in tutte le chiese e i centri sociali il testo
e la musica del nuovo inno nazionale. I ragazzi, dopo la scuola, vengono anche da
noi in parrocchia per fare le prove. Il loro sogno? Essere scelti per far parte del
coro che canterà il giorno della cerimonia di stato nel piazzale antistante il mausoleo
di John Garang”. (M.G.)