Siria: nominato il nuovo governatore di Homs ma la protesta non si ferma
Le autorità siriane hanno nominato un nuovo governatore nella città di Homs, ma non
si placano le proteste nel Paese. Intanto, il segretario di Stato americano è tornato
a condannare le violenze sui manifestanti. Il servizio di Gabriele Papini:
Dopo aver
nominato un nuovo governatore a Homs, le autorità siriane hanno accolto un'altra richiesta
dei manifestanti, annunciando lo scioglimento dei “comitati popolari”, accusati di
esser responsabili dell'uccisione di civili durante le manifestazioni anti governative.
Intanto, per domani, tradizionale venerdì di preghieramusulmana e Venerdì
Santo per i cristiani, sono annunciate nuove proteste. Nel pomeriggio di ieri,
più di tremila persone sono scese in strada a Homs, in solidarietà delle dieci vittime
degli ultimi giorni. Intanto, anche nella città di Banias, a nord est di Damasco,
su pressione dei manifestanti, le autorità hanno ordinato la rimozione del responsabile
delle forze di sicurezza per la dura repressione messa in atto in questi giorni. Ieri,
gli Stati Uniti sono tornati a condannare gli atti di violenza contro i manifestanti
in Siria. Il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, ha detto che il governo di
Damasco “deve porre fine agli arresti arbitrari, alla detenzione e alle torture nei
confronti dei prigionieri”. La Clinton ha espresso “viva inquietudine” per la situazione
in Siria. “La violenza deve finire e il governo siriano deve impegnarsi in un vero
processo politico”, ha concluso il segretario di Stato.
Yemen:
presidente Saleh vuole restare fino alla fine del suo mandato Il presidente
yemenita Saleh ha fatto sapere di non avere intenzione di lasciare il potere, se non
attraverso le elezioni. Saleh ha promesso che non si ricandiderà una volta terminato
il suo mandato presidenziale nel 2013, prospettiva non gradita all’opposizione che
da settimane protesta per una sua uscita di scena immediata. Intanto il Consiglio
di cooperazione del Golgo (Ccg), che ha offerto la sua mediazione nella crisi yemenita,
ha proposto oggi al contestato presidente Saleh di presentare le sue dimissioni entro
30 giorni, dopo la formazione di un governo di unione nazionale. Lo ha detto all'agenzia
Afp una fonte governativa.
846 morti nella rivolta in Egitto: più del doppio
di quanti denunciati da Mubarak Sono 846 le vittime degli scontri avvenuti
in Egitto nelle tre settimane di disordini e proteste che hanno portato alla caduta
del presidente Hosni Mubarak. Lo ha reso noto un rapporto della commissione di inchiesta
incaricata di far luce sulla vicenda, rivelando un bilancio di vittime più che duplicato
rispetto a quello presentato dalla precedente amministrazione. La commissione ha detto
di ritenere l’ex-presidente principale responsabile delle uccisioni di manifestanti.
Tunisia:
visita del ministro degli Esteri francese Riavvicinamento diplomatico ma anche
questioni economiche e flusso migratorio saranno i temi centrali della visita di due
giorni a Tunisi del ministro degli Esteri francese, Alain Juppé. Sono previsti colloqui
con il presidente e il primo ministro ad interim di Tunisi, ma anche con i responsabili
di tre commissioni incaricate della transizione nel Paese. Il precedente ministro
degli Esteri francese, Michèle Alliot-Marie, dopo lo scoppio della rivolta in Tunisia
ha rassegnato le dimissioni per il suo presunto tentativo di aver fornito un sostegno
materiale all’ex-presidente contestato Ben Ali per poter fuggire dalla Tunisia.
Sequestrata
da pirati motonave italiana Attaccata e sequestrata dai pirati, la scorsa notte,
in pieno mare Arabico, la motonave italiana "Rosalia D'Amato". A bordo 21 uomini di
equipaggio, di cui 6 italiani, tra loro il comandante. E' successo alle 4, ora italiana,
quando la motonave – partita dal Brasile e diretta in Iran - si trovava nel mare Arabico
a circa 320 miglia a sud dell'Oman e a 300 a Est dell'isola di Socotra. Due barchini
si sono avvicinati con a bordo i pirati, che si sono impossessati della nave: tutto
sarebbe avvenuto senza sparare; nessuna conseguenza per l'equipaggio. I pirati starebbero
dirigendo verso le coste somale. Gli armatori: abbiamo parlato col comandante, a bordo
stanno bene.
Rwanda: arrestato procuratore per presunto coinvolgimento nel
genocidio del ‘94 E’ stato arrestato a Bruxelles per il suo presunto coinvolgimento
nel genocidio del 1994 l’ex-procuratore della cittadina rwandese Butare, Mathias Bushihi.
Dal 2009 il suo nome era su una lista di ricercati stilata da Interpol per aver partecipato
a fine maggio del 1994 a un consiglio di sicurezza durante il quale venne pianificato
il massacro dei tutsi nel territorio sotto la sua giurisdizione. Con l’accusa di genocidio
e crimini contro l’umanità, Bushihi si trova ora nel carcere di Forest, in attesa
dell’apertura di un processo dinanzi alla Corte d’assise di Bruxelles.
Sud
Sudan: 20 soldati dell’esercito uccisi da ribelli Almeno 20 soldati dell'esercito
del Sud Sudan sono rimasti uccisi in combattimenti contro milizie ribelli nello Stato
petrolifero dell'Unità. I ribelli - ha detto all'Afp Philip Aguer, portavoce dell'Esercito
popolare di liberazione del Sudan (Spla) - ''hanno attaccato la zona di Boang, dove
era di stanza una compagnia di 100 uomini''. I combattimenti, avvenuti martedì scorso,
sono stati scatenati, secondo Aguer, da uomini fedeli a Peter Gadet, capo di milizie
sud sudanesi e alla tribù araba dei Misseriya. La milizia ribelle ha da parte sua
affermato di aver ucciso ''decine di uomini dell'Spla''. Gadet, ex ufficiale dell'Spla,
è diventato ora un oppositore del governo di Giuba, la capitale del Sud Sudan. Lo
scorso gennaio il Sud Sudan, in un referendum ha votato massicciamente per la secessione
dal Nord.
Bashir parla delle sue responsabilità nel Darfur Il presidente
del Sudan Omar al-Bashir per la prima volta ha riconosciuto di avere responsabilità
nel conflitto nel Darfur in quanto leader del Paese. Lo ha fatto in un’intervista
al Guardian. Ma nel colloquio con il giornale, il primo con una testata occidentale
dall'incriminazione per crimini di guerra presso la Corte penale internazionale, Bashir
ha accusato il tribunale di ''doppio standard'', di aver condotto una ''campagna di
menzogne'' e di aver esagerato il numero dei morti. ''Sono il presidente e dunque
sono responsabile di tutto quello che accade in questo Paese'', ha detto Bashir rispondendo
a una domanda sul Darfur: "Ma quello del Darfur è innanzitutto un conflitto tradizionale
che risale all'età coloniale''. Tuttavia, il presidente del Sudan ha detto che le
perdite sono state di gran lunga inferiori alle cifre citate sui media occidentali,
dove i fatti vengono ''esagerati per una ragione''. Secondo stime Onu, 300 mila persone
hanno perso la vita nel Darfur e circa 2 milioni 700 mila hanno dovuto lasciare le
loro case.
Afghanistan: ancora violenze, morti e feriti in raid Isaf Una
bomba è esplosa questa mattina nella provincia di Nangarhar, nell'Est dell’Afghanistan,
provocando la morte di tre poliziotti e ferendo sei persone. Lo riferiscono autorità
locali. Sempre stamani due donne afghane sono rimaste uccise durante un’operazione
delle forze della coalizione internazionale nel distretto di Dangam, in cui sono morti
anche 17 militanti. Lo hanno riferito fonti della Forza internazionale di sicurezza
e assistenza (Isaf). Ieri un soldato francese dell’Isaf è morto e 9 sono rimasti feriti
nella provincia di Kapisa, a nord-est di Kabul, per lo scoppio di un ordigno al passaggio
del convoglio su cui viaggiavano i militari francesi.
Afghanistan: varato
piano di salvataggio della Kabul Bank Il governo afghano ha annunciato di avere
messo a punto un piano di salvataggio per la Kabul Bank, il più importante istituto
bancario del Paese, al centro di uno scandalo riguardante prestiti in sofferenza del
valore di poco meno di un miliardo di dollari, in cui sono coinvolte numerose personalità
afghane. In base al progetto, la banca sarà divisa in una parte sana con depositi,
prestiti recuperabili e proprietà, data in gestione al Dipartimento del Tesoro del
Ministero delle finanze, ed una “bad company” a cui verranno assegnati i prestiti
di cui per il momento non si conoscono le prospettive. Questa seconda istituzione
avrà il compito di recuperare la maggior parte dei 579 milioni di dollari prestati
per lo più agli azionisti stessi della banca, che ora hanno raggiunto la cifra record
di 909 milioni di dollari. L'avvio a soluzione dello scandalo era stato sollecitato
dal Fondo monetario internazionale (Fmi), che di fronte alla crisi aveva bloccato
ogni forma di collaborazione e sostegno al Paese.
In Italia le forze dell’ordine
sequestrano beni alla mafia per 190 milioni Un'operazione della Guardia di
finanza e dei Carabinieri di Reggio Calabria, nel Sud Italia, ha portato al sequestro
di beni per un valore di 190 milioni ad una cosca della 'ndrangheta, ritenuta molto
pericolosa.: 40 imprese, operanti principalmente nel settore dei trasporti, in quello
agrumicolo e nel commercio, 44 abitazioni, 4 ville, 12 autorimesse, oltre a 60 terreni,
56 autoveicoli e 108 autocarri, e poi due squadre di calcio che militano nella serie
D, girone I attraverso le quali, secondo le indagini, il clan contava di aumentare
il proprio consenso sul territorio. Attraverso il provvedimento – disposto dal Tribunale
di Reggio-Sezione Misure di Prevenzione – gli investigatori ritengono di aver completamente
annientato la potenza economica di una pericolosa consorteria di 'ndrangheta.
Obama
annuncia tagli necessari ma fatti ad arte per evitare altra recessione La situazione
di bilancio americana è insostenibile: il presidente Obama torna a ribadirlo. Tagliare
la spesa e' necessario – afferma - per risanare i conti ma i tagli vanno effettuati
con lo ''scalpello'' non con il ''machete'' altrimenti il rischio e' di una nuova
recessione. Il presidente Usa ha parlato di conti andando nel quartier generale di
Facebook. Obama ha risposto alle domande che arrivavano dal web e a quelle del pubblico.
In
Giappone annunciate analisi sul latte materno dopo rilevazioni sospette di iodio Il
Ministero della salute giapponese effettuerà analisi sul latte materno dopo che tracce
di iodio radioattivo sono state trovate su 4 donne in allattamento dell'area a est
e nordest di Tokyo. Lo ha annunciato il capo di gabinetto del ministero, Yukio Edano.
Intanto da stasera diventerà "off limits" l'area nel raggio di 20 km intorno alla
centrale di Fukushima. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 111