2011-04-20 15:55:53

Libia: da Francia e Gran Bretagna ufficiali come supporto logistico agli insorti


La Libia ancora sotto i riflettori della comunità internazionale. Il ministro degli Esteri del governo di Gheddafi propone elezioni in cambio dello stop ai combattimenti. E dopo Londra anche Parigi invierà a Bengasi un “piccolo” contingente di ufficiali militari come supporto logistico agli insorti. Marco Guerra:RealAudioMP3

Se cessassero i bombardamenti aerei della Nato, in Libia sarebbe anche possibile che “dopo sei mesi" si vada alle urne "sotto la supervisione delle Nazioni Unite”. Così il ministro degli Esteri Libico, Abdelati al-Obeidi, secondo il quale il popolo potrebbe esprimersi anche sulla leadership di Gheddafi. Il regime alterna dunque aperture e fermezza. Poche ore prima il figlio di Gheddafi, Saif al-Islam, ha infatti ribadito la sua convinzione che la rivolta fallirà. Intanto dopo Roma il presidente del Consiglio di transizione li bico, Jalil, fa oggi tappa a Parigi, per rinsaldare i rapporti con i Paesi che hanno riconosciuto il governo degli insorti. Nel corso dei colloqui il governo francese ha espresso la sue disponibilità ad inviare un ''numero ridotto'' di ufficiali di collegamento. Ieri anche Londra aveva annunciato la spedizione di un contingente militare in Libia per aiutare gli insorti a migliorare la loro organizzazione logistica e le comunicazioni. Intanto sul terreno sembra perdurare l’impasse tra i due fronti. Gli insorti riferiscono anche oggi di combattimenti a Misurata e continuano a rivendicare il controllo della città. Fonti non confermate dei ribelli sostengono inoltre che le truppe di Gheddafi si stano ritirando dalla città di Brega.

Immigrazione
Immigrazione in primo piano oggi in Commissione europea. Al centro dei lavori un documento in cui si sollecita maggiore solidarietà con l’Italia, alle prese con un’ondata di sbarchi che non si placa. 36 tunisini sono arrivati a Pantelleria, mentre da Lampedusa in nottata è partito un traghetto organizzato dal governo, con a bordo un migliaio di profughi. L’imbarcazione è diretta a Crotone e Catania. Solo ieri l’arrivo sull’isola di 760 libici, in un unico sbarco. Per il ministro degli Etseri italiano Frattini si tratta della ritorsione di Gheddafi.

Yemen, ancora scontri tra manifestanti e polizia
Situazione sempre incandescente anche in Yemen, dove è salito ad almeno cinque morti accertati e a sessanta feriti il bilancio della sparatoria di ieri a Sana'a tra la polizia e i manifestanti che protestavano contro il regime del presidente Saleh. Nuove violenze stamani nella città portuale di Aden, dove è rimasto ucciso un poliziotto, e a Hodeida, nell'ovest del Paese, dove si segnala una vittima tra i manifestanti. La situazione continua a preoccupare i rappresentati degli altri Paesi del Golfo che ieri sera hanno incontrato una delegazione yemenita per proporre un piano di transizione politica.

Siria: arrestato dissidente nonostante la revoca dello stato di emergenza
In Siria prosegue la repressione delle autorità contro i dissidenti dell’opposizione nonostante il nuovo governo abbia approvato l’abrogazione dello stato di emergenza in vigore da 48 anni. Nella notte è stato arrestato ad Homs l’esponente di spicco dell’opposizione, Mahmoud Issa, per il rilascio di alcune dichiarazioni alla televisione araba al Jazira.

Medio Oriente
Le vicende connesse alla morte del volontario italiano Vittorio Arrigoni nella Striscia di Gaza hanno portato alla luce l’intricato conflitto che si sta combattendo in questa isolata parte del territorio palestinese. L’infiltrazione di gruppi salafiti collegati ad al Qaeda e determinati a scalzare Hamas dalla guida della Striscia complica ulteriormente il mosaico politico della regione. A Giorgio Bernardelli, giornalista esperto di Medio oriente, Stefano Leszczynski ha chiesto se sia possibile una lettura di questo intricato contesto politico:RealAudioMP3

R. - Ci sono questi gruppi salafiti, con un legame diretto con Al Qaeda, che sono sempre più presenti all’interno della Striscia e sono anche una sfida a quello che è il governo di Gaza, guidato da Ismail Haniyeh. E’ una situazione in cui la leadership politica di Hamas si trova a dover fare i conti con un’opposizione che è ancora più radicale dal punto di vista dei gruppi islamici.

D. - Quali potrebbero essere gli obiettivi politici del controllo di un’area che è effettivamente isolata dal resto del mondo?

R. - Questa è una delle aree ideali per una presenza di tipo radicale-islamico. Si tratta di un posto di 360 chilometri quadrati, dove vive un milione e mezzo di persone in condizioni disperate, un luogo dove il mondo non mette piede. C’è un posto migliore di questo per organizzazioni terroristiche che vogliono coltivare nuove cellule, anche per alimentare quella che è una strategia di tipo globale? Una strategia come quella del boicottaggio, che tende a chiudere le porte per non far entrare e a non curarsi più di tanto di quello che succede lì dentro, sperando che questa situazione imploda da sola, è una strategia che fa molto comodo a forze come quelle dei salafiti, che vogliono propagandare la loro ideologia attraverso questo tipo di luoghi.

D. - Che spazi ci sono per una società civile, per la nascita di un pensiero diverso?

R. - Di spazi ce ne sono parecchi. Ci sono anche giovani, a Gaza, che si sono mossi, esattamente com’è successo in Egitto. E’ sostanzialmente la volontà di ripartire da un contesto nuovo. Dietro a questi movimenti giovanili, che esistono sotto traccia, che provano a venire fuori e sperimentano la repressione a Gaza e a Ramallah, c’è proprio questa sensazione, di gran parte del mondo giovanile, di non avere prospettive in questa situazione. Situazione che rimane bloccata ed è sostanzialmente funzionale al perpetuarsi dell’attuale scontro tra le due leadership. (vv)

Afghanistan
Un militare britannico è morto in ospedale per le ferito riportate nelle scoppio dell'ordigno che stava disinnescando lo scorso lunedì in Afghanistan. Intanto sul terreno non si fermano gli attacchi della guerriglia: oggi un kamikaze si è fatto esplodere accanto ad un convoglio della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) nella provincia orientale afghana di Nangahar, causando il ferimento del capo della polizia provinciale. L'azione è stata subito rivendicata dai talebani secondo i quali ci sarebbero invece almeno “una decina di vittime”. Intanto la stessa Isaf ha reso noto che numerosi talebani sono stati uccisi ieri nell'ambito di una operazione congiunta afghano-internazionale che ha usufruito di appoggio aereo nel distretto di Zheray della provincia meridionale di Kandahar.

Iran
l’Iran, presidente di turno dell'Opec, ritiene che i prezzi del petrolio continueranno a salire fino alla fine dell'anno in corso, ma non giudica opportuna una riunione d'emergenza del cartello dei Paesi esportatori per decidere un eventuale aumento della produzione. Lo ha detto il governatore iraniano presso l'Opec, Mohammad Ali Khatibi. Il governatore ha affermato che i prezzi continueranno ad aumentare sia per gli elementi di instabilità, con le sollevazioni popolari in Paesi arabi del Medio Oriente e del Nord Africa, sia per un incremento della domanda mondiale, che ha valutato tra gli 1,3 e gli 1,6 milioni di barili al giorno. Il dirigente iraniano ha comunque ribadito la posizione di Teheran, secondo la quale non c’è bisogno di una riunione d'emergenza dell'Opec prima di quella ordinaria in programma a Vienna l'8 giugno prossimo.

Burkina Faso, nuovo premier dopo le proteste
Rimaniamo in Africa. Sembra tornare la calma in Burkina Faso dove in seguito alle violente proteste e ai continui ammutinamenti della Guardia presidenziale è stato nominato un nuovo capo di governo. La crisi è stata gestita dal presidente Compaoré, al potere dal 1987, e rieletto lo scorso novembre con l’80% dei suffragi. Il servizio di Giulio Albanese:RealAudioMP3

Dopo gli ammutinamenti e le violenze dei giorni scorsi in Burkina Faso, l’inossidabile presidente Blaise Campaore’ ha nominato ieri un nuovo primo ministro. Una mossa studiata a tavolino, che dovrebbe servire idealmente a ridare stabilità al Paese. Si tratta dell’ex giornalista ed ambasciatore in Francia, il 56enne Luc Adolphe Tiao. Il cammino, però, è davvero tutto in salita se si considera che le casse dello Stato sono a secco e la stragrande maggioranza della popolazione fa davvero fatica a sbarcare il lunario. Da rilevare che Campaore’, nel frattempo, aveva assolto il governo e rimosso i responsabili militari proprio venerdì scorso, dopo che elementi della sua stessa guardia presidenziale si erano ammutinati, non avendo ricevuto il salario. Una reazione che aveva portato i militari a terrorizzare la capitale Ouagadougou e le località limitrofe, sparando alla cieca nelle strade, saccheggiando negozi e rubando mezzi di trasporto. La violenza aveva poi scatenato le manifestazioni di piazza con studenti, commercianti e comuni cittadini.

Russia, economia
La crescita del prodotto interno lordo della Russia sarà del 4 e 2 per cento quest’anno. Lo ha detto il presidente Putin durante la sua audizione annuale in Parlamento. Intanto nel Paese si discute sui nomi dei candidati delle prossime presidenziali, in programma a marzo del 2012. Pare che il partito di maggioranza, Russia Unita, guidato da Putin, abbia ottenuto la registrazione del movimento Forza Russia strappandolo al Partito Russia Giusta.

Italia nucleare
Il disastro nucleare al sito di Fukushima, in Giappone, ha provocato un ripensamento sulle centrali in tutto il mondo. Il governo italiano ha deciso di bloccare la costruzione di nuovi impianti nel Paese. Pioggia di critiche dall’opposizione che parla di una ‘trovata’ per aggirare il prossimo referendum sull’atomo. Il servizio è di Eugenio Bonanata:RealAudioMP3

Stop alla realizzazione delle centrali nucleari in Italia e rinvio di ogni decisione a dopo l’estate, in attesa di una posizione chiara dell’Europa sugli standard di sicurezza degli impianti. Questa la spiegazione del governo italiano, ribadita poco fa dal ministro dello Sviluppo Economico, Romani, intervenuto in aula in Senato dove è in discussione il decreto legge Omnibus provvedimento che già conteneva la moratoria del programma nucleare italiano. La decisione di bloccare tutto – ha chiarito – arriva alla luce di quanto avvenuto in Giappone e rende inutile il referendum sul ritorno all’atomo, in calendario il 12 e il 13 giugno prossimi. Proprio questo preoccupa l’opposizione, che, pur cantando vittoria per la marcia indietro, non crede nelle buone intenzioni del governo. Per l’Italia dei Valori l’emendamento serve solo ad aggirare il referendum. “Deve essere scritto in modo chiaro e forte: mai più nucleare in Italia”, ha detto Di Pietro. Sulla stessa linea anche il leader del Pd Bersani, che parla di “sconfessione” del governo Berlusconi. Per i Verdi, invece, si tratta di uno stop dettato dal timore di perdere le prossime elezioni amministrative. L’esecutivo, da canto suo, annuncia la definizione della nuova strategia energetica nazionale e chiede confronto e condivisione. La nuova strada sarà basata sulle energie rinnovabili e su quelle alternative, con il ministro dell’Economia Tremonti che ha ipotizzato un piano europeo di finanziamento della ricerca in linea con la struttura geopolitica del Mediterraneo.

Nucleare-Onu
Intanto il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha lanciato un appello per una revisione delle norme di sicurezza negli impianti nucleari di tutto il mondo, in vista di standard più elevati. Lo ha fatto visitando il sito di Chernobyl, teatro della catastrofe avvenuta nel 1986. In prossimità del 25esimo anniversario, si è aperto ieri a Kiev, in Ucraina, la conferenza dei Paesi donatori. Stanziati 550 milioni di euro per la ricostruzione del sarcofago di cemento armato, ormai gravemente danneggiato, che protegge il reattore. Il progetto complessivo costa 760 milioni di euro.

Giappone-nucleare
Sempre critica la situazione nell’area della centrale di Fukushima, in Giappone. Due robot radiocomandati, messi a disposizione dagli Stati Uniti, sono arrivati nei pressi dei due reattori danneggiati e hanno rilevato consistenti livelli di radioattività altamente dannosi per gli operatori. La polizia, invece, ha reso noto che oltre 12 mila persone hanno perso la vita a causa dello Tsunami. Le vittime accertate sono più di 13 mila: nel 5,5 per cento dei casi, il decesso è stato provocato da crolli e da incendi dovuti a fughe di gas. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Gabriele Papini)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 110







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