Il disastro nucleare al sito di Fukushima, in Giappone, ha provocato un ripensamento
sulle centrali in tutto il mondo. Il governo italiano ha deciso di bloccare la costruzione
di nuovi impianti nel Paese. Pioggia di critiche dall’opposizione che parla di una
‘trovata’ per aggirare il prossimo referendum sull’atomo. Il servizio è di Eugenio
Bonanata:
Stop alla
realizzazione delle centrali nucleari in Italia e rinvio di ogni decisione a dopo
l’estate, in attesa di una posizione chiara dell’Europa sugli standard di sicurezza
degli impianti. Questa la spiegazione del governo italiano, ribadita poco fa dal ministro
dello Sviluppo Economico, Romani, intervenuto in aula in Senato dove è in discussione
il decreto legge Omnibus provvedimento che già conteneva la moratoria del programma
nucleare italiano. La decisione di bloccare tutto – ha chiarito – arriva alla luce
di quanto avvenuto in Giappone e rende inutile il referendum sul ritorno all’atomo,
in calendario il 12 e il 13 giugno prossimi. Proprio questo preoccupa l’opposizione,
che, pur cantando vittoria per la marcia indietro, non crede nelle buone intenzioni
del governo. Per l’Italia dei Valori l’emendamento serve solo ad aggirare il referendum.
“Deve essere scritto in modo chiaro e forte: mai più nucleare in Italia”, ha detto
Di Pietro. Sulla stessa linea anche il leader del Pd Bersani, che parla di “sconfessione”
del governo Berlusconi. Per i Verdi, invece, si tratta di uno stop dettato dal timore
di perdere le prossime elezioni amministrative. L’esecutivo, da canto suo, annuncia
la definizione della nuova strategia energetica nazionale e chiede confronto e condivisione.
La nuova strada sarà basata sulle energie rinnovabili e su quelle alternative, con
il ministro dell’Economia Tremonti che ha ipotizzato un piano europeo di finanziamento
della ricerca in linea con la struttura geopolitica del Mediterraneo.
Intanto
il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha lanciato un appello per una revisione
delle norme di sicurezza negli impianti nucleari di tutto il mondo, in vista di standard
più elevati. Lo ha fatto visitando il sito di Chernobyl, teatro della catastrofe avvenuta
nel 1986. In prossimità del 25esimo anniversario, si è aperto ieri a Kiev, in Ucraina,
la conferenza dei Paesi donatori. Stanziati 550 milioni di euro per la ricostruzione
del sarcofago di cemento armato, ormai gravemente danneggiato, che protegge il reattore.
Il progetto complessivo costa 760 milioni di euro.
Sempre critica la situazione
nell’area della centrale di Fukushima, in Giappone. Due robot radiocomandati, messi
a disposizione dagli Stati Uniti, sono arrivati nei pressi dei due reattori danneggiati
e hanno rilevato consistenti livelli di radioattività altamente dannosi per gli operatori.
La polizia, invece, ha reso noto che oltre 12 mila persone hanno perso la vita a causa
dello Tsunami. Le vittime accertate sono più di 13 mila: nel 5,5 per cento dei casi,
il decesso è stato provocato da crolli e da incendi dovuti a fughe di gas.