Burundi: gli anglicani reclamano più aiuti per i Paesi africani
Si è conclusa a Bujumbura presso la sede del Dipartimento per lo sviluppo internazionale,
la visita congiunta della comunità anglicana del Burundi e dell’Anglican Alliance
nel corso della quale è stata analizzata la situazione dei quattro Paesi africani
— Burundi, Gambia, Lesotho e Niger — depennati dalla lista del programma di aiuti
da parte del Regno Unito. L’arcivescovo anglicano Bernard Ntahoturi, il segretario
provinciale e il direttore dell’Anglican Alliance, Pecaduli Birakengana e Sally Keeble,
- riferisce L'Osservatore Romano - hanno individuato le linee strategiche da intraprendere
nel prossimo futuro. «Il Burundi — ha spiegato l’arcivescovo Ntahoturi — è uno dei
Paesi più poveri del mondo. Dopo quindici anni di guerra civile, pace e stabilità
sono ancora fragili. La decisione di chiudere il Dipartimento per lo sviluppo internazionale
e di bloccare gli aiuti non è un messaggio incoraggiante. L’esclusione dal programma
mette a rischio la sicurezza e la stabilità sia nel Burundi che nella regione dei
Grandi Laghi». L’auspicio dei rappresentanti della Comunione anglicana è che al più
presto i quattro Paesi vengano riammessi nel programma di aiuti perché le sfide da
affrontare sono molteplici. (R.P.)