La Chiesa e l'annuncio del Vangelo nel Decreto conciliare "Ad gentes"
La Chiesa è missionaria “per natura”. Questa affermazione, così nota e comune al giorno
d’oggi, proviene dagli insegnamenti del Vaticano II. È contenuta del Decreto Ad gentes,
promulgato da Paolo VI nel dicembre del 1965. Un documento basilare che schiuse una
nuova stagione all’evangelizzazione, come ricorda in questa 24.ma puntata della rubrica
dedicata al Concilio il gesuita, padre Dariusz Kowalczyk:
Un falso
spirito conciliare dice che oggi si deve sospendere l’evangelizzazione per poter dialogare.
All’evangelizzazione, compresa come il proporre con le parole e gli esempi la fede
cattolica, si contrappone il dialogo sia con le altre religioni e confessioni, che
con gli atei. Si dice che l’evangelizzazione turba, e il dialogo unisce.
Però
questo non è ciò che ci insegna il Concilio. Nel decreto sull’attività missionaria
della Chiesa leggiamo: “La Chiesa […] è per sua natura missionaria” (n. 2),
cioè la Chiesa deve sforzarsi di portare l'annuncio del Vangelo a tutti gli uomini.
In questo modo essa risponde alle esigenze più profonde della sua cattolicità ed all'ordine
specifico del suo fondatore (cfr. n. 1): “Andate e ammaestrate tutte le nazioni” (Mt
28,19). Il dialogo va visto dunque come una dimensione dell’evangelizzazione, e non
al contrario.
Il Concilio insegna che i non-cristiani possono essere
salvati, perché Dio, attraverso vie che Lui solo conosce, dà agli uomini che, senza
loro colpa, ignorano il Vangelo la sua grazia. Ma nello stesso tempo afferma che “non
possono salvarsi quegli uomini i quali, pur sapendo che la Chiesa cattolica è stata
stabilita da Dio per mezzo di Gesù Cristo come istituzione necessaria, tuttavia rifiutano
o di entrare o di rimanere in essa” (n. 7).
Nel passato non si è sempre
compreso che la predicazione del Vangelo doveva rispettare la libertà dell’uomo. Perciò
il Concilio dice con chiarezza: “La Chiesa proibisce di costringere o di attirare
alcuno con inopportuni raggiri ad abbracciare la fede” (n. 13). Però si sottolinea
anche che la Chiesa “rivendica energicamente il diritto che nessuno con ingiuste vessazioni
sia distolto dalla fede stessa”. Queste parole vanno riferite tra l’altro alle situazioni
in cui una laicizzazione aggressiva cerca di imporsi con uno spirito quasi missionario,
o piuttosto anti-missionario.