Egitto. Il cardinale Naguib: "Per Pasqua, la resurrezione di un popolo che ora vive
e parla"
“La resurrezione di un popolo che era immerso nella paura e nell’incapacità di dire
ciò che sente e vede, e ora non è più addormentato ma vive e parla”. E’ il senso della
Pasqua che l’Egitto si appresta a celebrare nella sua minoranza cristiana, secondo
il patriarca copto-cattolico di Alessandria, cardinale Antonios Naguib. “Questa Pasqua
– dichiara all'agenzia Sir - viene in un tempo particolare, ci trova in mezzo a speranze
miste a preoccupazioni e ci annuncia serenità e vera Pace. Il nostro Paese vive ancora
il clima della rivoluzione del 25 gennaio. Tale rivoluzione è nata e cresciuta nei
cuori dei nostri cari giovani. È nata dalla volontà di un cambiamento radicale e del
rifiuto dell’ingiustizia e della corruzione. La nostra rivoluzione è nata senza nessuna
macchia di sangue e non cercava la distruzione, ma il bene di tutti”. Perciò, aggiunge
il cardinale, “la possiamo considerare come resurrezione di un popolo che era immerso
nella profondità della paura, e nella incapacità di dire quello che sente e quello
che vede, e ora non è più addormentato ma vive e parla. Non tace più, ma grida e proclama
i suoi desideri e speranze, desideri di una nuova epoca, di un nuovo Paese basato
sulla cittadinanza e sul rispetto dei diritti umani, senza nessuna discriminazione.
Auguriamo che questo grido sia ascoltato e non venga macchiato da ideologie o correnti
che cercano il proprio interesse”. (R.P.)