2011-04-19 14:26:01

Costa d’Avorio: il parroco di Yopougon chiede la fine di saccheggi e violenze


A otto giorni dall’arresto del presidente uscente Laurent Gbagbo, che avrebbe dovuto segnare la fine della crisi post-elettorale in atto da fine novembre, in Costa d’Avorio non si allenta la tensione sul terreno. Particolarmente difficile la situazione a Yopougon, il più esteso e popolato sobborgo della capitale economica, Abidjan. Secondo la testimonianza fatta alla Misna da padre Hypolite Mel, parroco della chiesa Saint Vincent de Paul, a Yopougon: “La vita quotidiana è ancora bloccata, molta gente è scappata da Yopougon per mettersi al riparo in quartieri più sicuri, da parenti o amici. Chi invece ha deciso di rimanere è soltanto per proteggere la propria casa e tutti i beni guadagnati con anni di duro lavoro. Siamo totalmente isolati, manca il cibo, da due giorni non c’è più luce e la gente ha paura di uscire. I giovani patrioti non intendono deporre le armi e sono loro che dettano legge ormai da settimane”. “Alla luce dell’insicurezza diffusa nel quartiere – spiega il sacerdote - abbiamo deciso di anticipare gli orari della processione e la messa del Venerdì santo per consentire ai fedeli di rientrare a casa prima del tramonto, fino a quando durerà la nostra Via Crucis”. Padre Hypolite chiede quindi a gran voce la fine dei saccheggi ai danni delle famiglie povere e indifese e lo stop alle voci infondate e alle speculazioni che alimentano incertezza e panico tra la gente. Il sacerdote insiste inoltre sull’urgenza di “voltare le spalle alla cultura dell’odio, della vendetta e a chiunque cerchi di gettare ancora benzina sul fuoco”. Di fatto, ricorda il giovane parroco ivoriano, “la nostra società è fondata sugli scambi culturali e religiosi tra popolazioni di diverse origini etniche e diverse nazionalità: le famiglie miste cristiano-musulmane sono numerose e per noi è normale convivere in armonia”. Considerando il nuovo panorama politico in Costa d’Avorio con l’arrivo al potere del presidente eletto Alassane Dramane Ouattara (chiamato ‘Ado’), secondo il parroco di Yopougon, dopo più di quattro mesi di braccio di ferro per il potere, è giunta l’ora di “uscire dalla logica della strumentalizzazione religiosa, culturale, etnica a fini politici” poiché “la Costa d’Avorio si potrà ricostruire solo con l’unità, la riconciliazione, il dialogo e la pacificazione”. (M.G.)







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