Benedetto XVI celebra i sei anni dall'inizio del Pontificato. Gli auguri del presidente
Napolitano
La Chiesa ricorda e festeggia oggi i sei anni dall’inizio del Pontificato di Benedetto
XVI. Tra i primi a rivolgere questa mattina gli auguri al Papa è stato il presidente
della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, che in un messaggio ringrazia, fra
l’altro, il Papa per le parole rivolte agli italiani in occasione dei 150 anni dell’unità
nazionale. Gli ultimi dodici mesi hanno visto Benedetto XVI protagonista di molti
avvenimenti: dai viaggi apostolici al Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente, dalla
firma di importanti documenti di magistero alla pubblicazioni di due libri. Nel suo
servizio, Alessandro De Carolis ricorda alcuni di questi momenti:
Abbracciare
con un colpo d’occhio, come dalla cima di una montagna, l’attività svolta da un Papa
durante un anno di Pontificato fa capire meglio, parafrasando San Paolo, l’ampiezza,
la lunghezza, l’altezza e la profondità del ministero petrino. E proprio sulle orme
dell’Apostolo delle Genti si apre il sesto anno di Pontificato di Benedetto XVI, che
il giorno dopo il rientro in Vaticano dalla visita apostolica a Malta festeggia il
traguardo con un pranzo offertogli dal cardinale decano del Collegio delle porpore,
Angelo Sodano.
Da un’isola del Mediterraneo all’altra – ma a metà maggio
era stato a Fatima nel decennale della Beatificazione dei Pastorelli – il 4 giugno
Benedetto XVI sbarca a Cipro. Ad accogliere il Papa non c’è mons. Luigi Padovese,
il vicario apostolico di Anatolia, assassinato pochi giorni prima, un altro dei tanti
sacerdoti al quale l’essere di Cristo ha comportato il sacrificio più grande. Ma ancor
più forti dello sgomento per questa violenza sono le parole che Benedetto XVI dedica
l’11 giugno a conclusione dell’Anno Sacerdotale. In una Piazza San Pietro resa candida
dalle cotte di 15 mila presbiteri, il Papa affronta la “macchia” abusi sessuali del
clero nel segno del pentimento e della catarsi:
“E così è successo
che, proprio in questo anno di gioia per il sacramento del sacerdozio, siano venuti
alla luce i peccati di sacerdoti – soprattutto l’abuso nei confronti dei piccoli,
nel quale il sacerdozio come compito della premura di Dio a vantaggio dell’uomo viene
volto nel suo contrario (…) Anche noi chiediamo insistentemente perdono a Dio ed alle
persone coinvolte, mentre intendiamo promettere di voler fare tutto il possibile affinché
un tale abuso non possa succedere mai più”.
Gli ultimi giorni
d’estate Benedetto XVI vola nel Regno Unito. Preceduta da attacchi mediatici sul tema
degli abusi, la visita apostolica si chiude in un’apoteosi di folla e di commenti
positivi, con i britannici conquistati prima di tutto dal sorriso del Papa, che lascia
loro l’eredità spirituale di un gigante del cristianesimo, il cardinale John Henry
Nemwan, beatificato a Birmingham. L’ombra di questo grande conoscitore della Scrittura
fa da sfondo ideale all’Esortazione apostolica Verbum Domini, che Benedetto
XVI firma il 30 settembre: 200 pagine di un vibrante invito ad approfondire la conoscenza
della Bibbia. Dirà qualche tempo dopo, riferendosi al documento:
“Tanti
cristiani hanno bisogno che sia loro riannunciata in modo persuasivo la Parola di
Dio, così da poter sperimentare concretamente la forza del Vangelo” (n. 96). I problemi
sembrano talora aumentare quando la Chiesa si rivolge agli uomini e alle donne lontani
o indifferenti ad una esperienza di fede, ai quali il messaggio evangelico giunge
in maniera poco efficace e coinvolgente”.
Del resto, la marea montante
dell’indifferenza verso i valori cristiani, specie in Occidente, aveva indotto il
Pontefice a creare in giugno, con il Motu proprio Ubicumque et semper, il Pontificio
Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione, con l’obiettivo di combattere
“l’eclissi del senso di Dio” e “trovare mezzi adeguati per riproporre la perenne verità
del Vangelo di Cristo”. Ottobre è invece il mese del Sinodo dei vescovi per il Medio
Oriente. Per tre settimane, il Papa ascolta con attenzione le testimonianze su un’area
nella quale l’idea di pace che ispirano i Luoghi santi convive con una perenne instabilità.
Alla Messa conclusiva del Sinodo, il 24 ottobre, Benedetto XVI ribadisce: “La
pace è la condizione indispensabile per una vita degna della persona umana e della
società. La pace è anche il miglior rimedio per evitare l’emigrazione dal Medio Oriente.
(…) Preghiamo per la pace in Terra Santa. Preghiamo per la pace nel Medio Oriente,
impegnandoci affinché tale dono di Dio offerto agli uomini di buona volontà si diffonda
nel mondo intero”.
A novembre c’è ancora tempo per un nuovo viaggio
in Spagna, tra Santiago de Compostela e la Sagrada Familia di Barcellona. Ma soprattutto
c’è tempo e spazio per la presentazione del libro-intervista “Luce del mondo”, nel
quale il Papa – attraverso le domande del giornalista tedesco Peter Seewald – si esprime
con un linguaggio semplice e privo di reticenze su temi tra i più delicati che toccano
la coscienza umana. Il 2010 si chiude con un importante documento “tecnico”: il 30
dicembre, Benedetto XVI pubblica in forma di Motu proprio la Lettera apostolica
“per la prevenzione ed il contrasto delle attività illegali in campo finanziario
e monetario”, con la quale lo Stato Vaticano recepisce le regole della comunità
internazionale contro il riciclaggio di denaro sporco e il finanziamento del terrorismo.
La notte successiva, una bomba insanguina il Capodanno dei cristiani davanti a una
chiesa copta di Alessandria d’Egitto. Il Papa condanna la strage all’Angelus del 2
gennaio 2011:
“Questo vile gesto di morte, come quello di mettere
bombe ora anche vicino alle case dei cristiani in Iraq per costringerli ad andarsene,
offende Dio e l’umanità intera, che proprio ieri ha pregato per la pace e ha iniziato
con speranza un nuovo anno".
Di difesa della libertà religiosa Benedetto
XVI parla con forza anche nel discorso del 10 gennaio di quest’anno al Corpo diplomatico
accreditato presso la Santa Sede. Il resto, poi, è storia recente. Il 10 marzo scorso,
il Papa tiene una lunga e profonda Lectio divina ai sacerdoti romani. Nelle stesse
ore, il mondo si concentra sulla presentazione del secondo volume scritto dal Papa
su “Gesù di Nazaret”, ma gli echi vengono subito sopraffatti dall’orrore per ciò che
accade 24 ore dopo in Giappone, travolto dal doppio cataclisma terremoto-tsunami,
che provoca decine di migliaia di vittime. E ancora una volta è dalla finestra dell’Angelus
che il Papa può lanciare la sua preghiera e la sua solidarietà:
“Le
immagini del tragico terremoto e del conseguente tsunami in Giappone ci hanno lasciato
tutti fortemente impressionati (...) Prego per le vittime e per i loro familiari,
e per tutti coloro che soffrono a causa di questi tremendi eventi. Incoraggio quanti,
con encomiabile prontezza, si stanno impegnando per portare aiuto. Rimaniamo uniti
nella preghiera. Il Signore ci è vicino!”.