2011-04-17 14:21:10

Crisi umanitaria in Costa d’Avorio: l’impegno dei salesiani al fianco dei rifugiati


La caduta di Laurent Gbabo non ha messo fine alla crisi umanitaria che attraversa la Costa d’Avorio, principalmente nell’ovest del Paese, a Duékoué: da oltre due settimane, una missione cattolica tenuta dai salesiani si trova a dover gestire circa 30 mila rifugiati che sono fuggiti dai combattimenti. Se la situazione è un po’ migliorata grazie al ritorno dell’elettricità, le condizioni di vita restano ancora molto difficili: manca il cibo, l’acqua potabile è quasi inesistente e la gente vive stipata, perché il campo non può ospitare oltre 8 mila persone. Padre Vincente Grupeli, direttore della comunità salesiana e a capo della parrocchia di Duékoué, lancia un grido di allarme e un appello per gli aiuti e chiede anzitutto l’apertura di un nuovo campo rifugiati da parte delle autorità ivoriane. Ma al momento, regna l'incertezza. Xavier Sartre, del nostro programma francese, lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. – Maintenant, nous souhaiterons que on nous aide à donner à ces gens-là …
Al momento, chiediamo che ci si aiuti a mettere queste persone in una situazione un po’ più dignitosa e questo va oltre le nostre possibilità. Ci siamo rivolti al nunzio apostolico e al nostro vescovo della diocesi di Man, affinché intervengano con le autorità del governo Ouattara e con le Organizzazioni umanitarie - come l’Alto Commissariato per i rifugiati e l’Organizzazione internazionale delle migrazioni - per cercare di migliorare la situazione di queste persone. Purtroppo noi notiamo molta lentezza: non ci si preoccupa di comprendere quale sia la situazione e abbiamo ricevuto veramente poche visite atte a constatare quale sia la situazione reale. Sappiamo bene che la creazione di un nuovo campo profughi è un qualcosa che non si sposa con l’immagine che i politici vorrebbero dare. Il problema è che non possiamo continuare a tenere le persone in queste condizioni! Ma abbiamo la sensazione che si pensi che noi possiamo continuare a sostenere questa situazione ancora settimane e forse anche mesi … Non possiamo tenere in queste condizioni migliaia di persone alle quali non possiamo offrire una condizione di alloggio dignitosa e cibo sufficiente … E’ solo grazie a "Medici senza frontiere" e il Comitato internazionale della Croce Rossa che possiamo offrire loro il minimo indispensabile di servizio sanitario. La situazione è per noi molto, molto preoccupante. Noi guardiamo con grande tristezza a questa situazione e alla lentezza nell’agire di coloro che potrebbero fare qualcosa per noi. (mg)







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